TARANTO – Davanti all’ingresso della sede provinciale dei Vigili del Fuoco, sotto un cielo che a un certo punto minaccia pioggia, ci sono anche i parenti di Peppino Corisi e Nicola Darcante, suocero e genero, entrambi morti per cancro e per anni dipendenti dell’Ilva. Indossano magliette con i volti dei loro cari defunti e alcune frasi stampate sopra: “Vogliamo giustizia” e “Mo avast”. Sono tra i pochi cittadini che attendono l’evoluzione dell’udienza preliminare davanti gup Vilma Gilli. Alcuni rappresentanti del mondo ambientalista sono all’interno del cortile della caserma tra una caterva di avvocati e giornalisti locali e nazionali. Tutti in attesa di sapere cosa deciderà il gup in merito ad alcune eccezioni di nullità per difetti di notifica presentanti dai legali degli imputati.
Com’è noto, sul processo pende anche una richiesta di remissione ad altra sede per presunta incompatibilità ambientale. Nel cortile spiccano anche i volti del pm Mariano Buccoliero, del procuratore aggiunto Pietro Argentino e del procuratore capo Franco Sebastio, protagonisti di un’inchiesta lunga e complessa che vede coinvolti 52 imputati (49 persone fisiche e tre società, ovvero Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici).
A qualche centinaio di metri dalla sede dei Vigili del Fuoco, oltre le transenne che delimitano la strada, c’è un gruppo di attivisti dello Slai Cobas. Espongono cartelli dedicati agli operai che hanno pagato con la vita la loro attività per il Siderurgico: da Claudio Marsella a Francesco Zaccaria, solo per citarne alcuni. Perché, come si sa, i nomi dei morti sul lavoro, in quella fabbrica, sono troppi. «Ci tengono lontani dal luogo dell’udienza – dicono i manifestanti – ma noi siamo qui per portare avanti la nostra lotta in difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori. I nostri avvocati stanno presentando istanza di costituzione di parte civile e confidiamo sul fatto che verrà accolta».
Intorno alle 13 l’attesa finisce. Il gup decide di sospendere l’udienza preliminare e di trasmettere gli atti alla Corte di Cassazione che dovrà decidere sull’istanza di rimessione del processo. Con una ordinanza, il giudice ha sospeso i termini di custodia cautelare per gli imputati detenuti e di prescrizione, disponendo il rinnovo delle notifiche per tre imputati. L’udienza è aggiornata al prossimo 16 settembre. La battaglia a colpi di cavilli giuridici è soltanto all’inizio.
Alessandra Congedo