TARANTO – «Nell’incontro di oggi l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’ accettazione di una nostra rivendicazione rispetto al problema che tutti noi conosciamo e cioè quello della carpenteria – è quanto dichiara
Vincenzo La Neve, membro dell’esecutivo della Fim Cisl Taranto al termine di un incontro avuto oggi con
Cosimo Liurgo, r
esponsabile relazioni industriali dell’Ilva, a cui hanno preso parte anche rappresentanti di Uilm e Usb – tutti i lavoratori dello stesso reparto verranno, su base volontaria, sottoposti a screening, con lo scopo di individuare eventuali patologie tiroidee. Lo screening sarà condotto da una struttura esterna indipendente (ente ecclesiastico ospedale generale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti)».
Conclude La Neve: «Fortunatamente un primo e importante passo è stato fatto grazie all’ impegno e alla collaborazione di tutte le organizzazioni sindacali, perché quando si tratta di problematiche riguardanti la salute non esistono bandiere o colori politici». Ricordiamo che nel reparto Carpenteria sono stati segnalati, a causa delle esposizioni inquinanti, casi di malattie alla tiroide ma anche decessi per tumore. L’ultima vittima, il cui decesso risale a poche settimane fa, è l’operaio Nicola Darcante. La situazione della carpenteria Ilva è oggetto di un’indagine della Procura di Taranto che ha acquisito le relazioni fatte dallo SPESAL, il Servizio Asl di prevenzione sui luoghi di lavoro. I lavoratori impiegati nel reparto sono circa 260.
Ricordiamo, infine, un altro dettaglio non secondario. Nella relazione trimestrale sullo stato di avanzamento dei lavori del siderurgico, l’ormai ex commissario straordinario Enrico Bondi, aveva dedicato un breve paragrafo anche al reparto in questione escludendo “una esposizione dei lavoratori ad agenti inquinanti”. Sull’argomento era intervenuto poi il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, con una nota che suonava come una secca smentita: «Le conclusioni del commissario Bondi che escludono il nesso causale tra esposizione dei lavoratori e incidenza di tumori, essendo basate su evidenze non documentate, devono essere considerate puramente autoreferenziali».
(Alessandra Congedo)