L’ipotesi di accordo firmata ieri, in pratica sposa la posizione che l’azienda ha tenuto sin dall’inizio dell’apertura della vertenza: ovvero che il reparto Vigilanza venga articolato secondo la seguente organizzazione: vigilanti addetti alla tutela del patrimonio Guardie Particolari Giurate da una parte e vigilanti addetti al trasporto del personale. Inoltre l’azienda, in esecuzione dell’ipotesi di accordo siglata ieri, “offrirà, a condizioni contrattuali invariate, al personale attualmente addetto al trasporto interno del personale, la conferma delle mansioni in essere”.
Ovviamente, l’ipotesi di accordo è condizionata all’accettazione dell’offerta e all’adesione individuale, entro 7 giorni, da parte di una percentuale del personale adibito al trasporto interno dei dipendenti non inferiore al 95%. Già oggi infatti, si svolgerà un’assemblea con i lavoratori, ai quali Uilm e USB spiegheranno i termini dell’accordo, ed alla quale ha chiesto di partecipare anche la Fiom Cgil, per spiegare il perché della netta contrarietà espressa dall’organizzazione dei metalmeccanici della Cgil.
Resta da vedere cosa decideranno i lavoratori, visto che nelle precedenti assemblee non è stata mai raggiunta nemmeno la soglia del 90% all’ipotesi di accordo previsto dall’azienda. Che tra l’altro prevede che l’Ilva, “a fronte della rinunzia ad ogni rivendicazione per il servizio prestato nell’ambito del servizio di trasporto interno del personale” offra “a stralcio e transazione di ogni pretesa riconnessa all’attività prestata nell’ambito del trasporto interno del personale, l’importo di 1000 euro al lordo delle ritenute di legge ove dovute”.
Infine il lavoratore, nell’accettare la proposta dell’azienda, “conferma l’accettazione delle mansioni di addetto al Reparto Vigilanza – Servizio trasporto interno del personale e di nulla avere a pretendere dalla società Ilva Spa per alcun diritto, ragione o pretesa a qualsiasi titolo, anche risarcitorio, comunque inerente alla mansione svolta e alla quale accetta di essere adibito anche a valle della sottoscrizione del presente verbale”.
In pratica, per evitare il licenziamento, il lavoratore è costretto ad accettare l’accordo: senza pretendere nulla dall’azienda e “accontentandosi” per aver acconsentito, di una “ricompensa” di mille euro lordi. Siamo nel giugno 2014, ma questo è medioevo puro.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 17.06.2014)
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