Marcegaglia, sale la tensione
TARANTO – A sei mesi alla scadenza della cassa integrazione per crisi, dopo il rinnovo della stessa per 12 mesi con l’accordo del 2 dicembre scorso firmato nell’ufficio del Lavoro della Provincia di Taranto, è grande la preoccupazione tra i lavoratori dello stabilimento Marcegaglia Buildtech di Taranto, che produceva pannelli fotovoltaici ed è stato dismesso in attesa di una “futura” riconversione.
Preoccupazione dovuta soprattutto al fatto che non si vedono sbocchi per il futuro del sito produttivo, come evidenziato dall’ultimo vertice svolto al MiSE a Roma lo scorso 20 maggio. Per questo le segreterie territoriali di Taranto di Fim, Fiom e Uilm hanno scritto una lettera aperta alla Regione Puglia, al Comune di Taranto e ai parlamentari pugliesi e hanno sostenuto ieri mattina un sit in sotto la sede della Prefettura, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza che riguarda 130 lavoratori.
L’azienda annunciò il fermo produttivo dello stabilimento tarantino lo scorso 29 ottobre, a partire dal 18 novembre, giorno in cui terminavano i 12 mesi della stessa cassa integrazione ordinaria. La decisione di abbandonare definitivamente Taranto, arrivò invece lo scorso 14 gennaio durante un vertice al MiSE, durante il quale il gruppo annunciò di aver affidato ad un advisor, la società di consulenza Praxi, l’incarico di cercare imprenditori o aziende che possano rilevare l’azienda.
Ma ancora lo scorso 20 maggio, nell’ultimo incontro romano, la Praxi parlava di due manifestazioni di interesse da parte di due aziende operanti nel settore del fotovoltaico. Dunque, niente di concreto. I segretari sindacali Piero Berettini della Fim Cisl, Giuseppe Romano della Fiom Cgil e Cosimo Amatomaggi della Uilm e una delegazione delle RSU aziendali, ieri hanno anche incontrato il vice prefetto “per sensibilizzare il ministero dello Sviluppo Economico – hanno dichiarato congiuntamente – in vista della programmata convocazione entro il mese di giugno, in maniera da prospettare con la dovuta attenzione una possibile ed auspicata soluzione della vertenza”.
Non solo. Perché sempre lo scorso 20 maggio, l’azienda annunciò di voler spostare parte della linea produttiva dello stabilimento tarantino, in quel di Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria. I sindacati si opposero sin da subito alla proposta dell’azienda: per questo lo scorso 27 maggio, i lavoratori riunitisi in assemblea annunciarono il presidio continuo dello stabilimento, onde evitare che lo stesso venisse smantellato da un giorno all’altro.
E proprio ieri Fim Cisl e Uilm Uil hanno sottoscritto un accordo con Marcegaglia Buildtech sulla chiusura dello stabilimento di Milano ed il trasferimento delle attività proprio a Pozzolo Formigaro (Alessandria). Le due organizzazioni sottolineano come l’intesa, non sottoscritta dalla Fiom-Cgil, evita “l’apertura delle procedure di mobilità per tutti i dipendenti annunciate dall’azienda per la giornata odierna (ieri per chi legge)”. L’accordo – spiegano le organizzazioni firmatarie – riprende l’ipotesi di intesa raggiunta lo scorso 5 giugno in Regione Lombardia, successivamente approvata dal referendum dei lavoratori a larghissima maggioranza (95% dei votanti) “completandola e prevedendo ulteriori garanzie occupazionali e di tutela del reddito”.
L’azienda si impegna infatti a evitare licenziamenti nei confronti di tutti coloro che dovessero rifiutare il trasferimento a Pozzolo Formigaro, prevedendo incentivi per i lavoratori disponibili all’uscita volontaria e una possibilità di ricollocazione certa nelle aziende del gruppo, a partire da quelle più vicine alle località di residenza dei lavoratori, oltre che a possibili ricollocazioni esterne anche attraverso gli strumenti cofinanziati dalla Regione Lombardia, come le Reti di Partenariato. L’opzione del trasferimento a Pozzolo Formigaro prevede un diritto di ripensamento da parte dei lavoratori che dovessero accettarlo entro 60 giorni dalla scelta, al fine di “garantire soluzioni pienamente condivise e direttamente sperimentate dalle singole persone”.
Il trasferimento delle attività a Pozzolo Formigaro (Al) prevede inoltre investimenti di “almeno 5 milioni di euro ed un piano industriale di portata almeno triennale”. Tutti i percorsi saranno accompagnati da momenti di monitoraggio e verifica dei risultati attesi dagli accordi, che saranno svolti dalla RSU che sarà eletta nei prossimi giorni, coadiuvata dai sindacati territoriali. Un accordo che ricorda da lontano quello siglato per la Vestas Nacelles di Taranto nei mesi scorsi.
Nettamente contraria all’intesa siglata ieri, la Fiom Cgil Lombardia. “A partire dal giorno dell’annuncio della chiusura del sito di Milano – si legge in una nota -, la vertenza della Marcegaglia Buildtech è stata segnata dalla totale indisponibilità dell’impresa a discutere qualunque opzione che si discostasse dal proprio piano: dismettere lo stabilimento. Avevamo dichiarato da subito che non avremmo mai firmato accordi che non contenessero precise garanzie occupazionali nell’area milanese per tutti i lavoratori e, nonostante le pressioni e le minacce, su quella linea ci siamo attestati. Nel fine settimana, a nostra insaputa, il gruppo dirigente di Marcegaglia Buildtech, Fim e Uilm si sono accordati ed hanno prodotto un accordo separato che prevede la chiusura della fabbrica senza alcuna reale prospettiva né per i lavoratori che accetteranno di trasferirsi nello stabilimento a oltre 100 km da Milano, né per quelli che non intendono farlo. Non abbiamo alcuna intenzione di condividere l’accordo dettato dall’impresa, che prevede i licenziamenti mascherati, ottenuto attraverso false promesse, intimidazioni, ricatti e intraprenderemo ogni iniziativa finalizzata alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno scelto, in una situazione difficile, di non piegare la testa”.
Un accordo, quello raggiunto ieri a Milano, certamente non buono nemmeno per i lavoratori tarantini. Che adesso rischiano di vedere smantellato il loro stabilimento, per far lavorare i colleghi milanesi trasferiti in un’azienda distante 100 km dalle loro case e famiglie.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 17.06.2014)