TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo.
Dopo la farsa legata all’ambientalizzazione dell’Ilva, la città deve sapere che nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Taranto ha incontrato rappresentanti dell’Eni con i quali ha ridiscusso del progetto Tempa Rossa, progetto rispetto al quale circa due anni fa la stessa amministrazione aveva ribadito il suo secco no, modificando ancora una volta il parere favorevole dato insieme alla provincia nel 2011 !
Senza entrare nei tecnicismi, il progetto prevede nella sua pratica l’arrivo di un numero imprecisato di petroliere in aggiunta a quelle già operanti giornalmente presso il pontile petroli all’interno del porto di Taranto. A tal proposito ricordiamo a chi non ne fosse a conoscenza, che attualmente nelle normali attività della raffineria Eni rientrano già le operazioni di bunkeraggio, ovvero di scarico e carico prodotti inquinanti al pontile petroli sito nei pressi della Darsena San Nicolicchio.
Inoltre, quasi al centro della rada di mar grande a poche centinaia di metri dalle coste e dai pali dei mitili, insiste un campo Boe, sempre dell’Eni, il quale accoglie periodicamente numerose petroliere per le operazioni di carico/scarico di migliaia di tonnellate annue di prodotti inquinanti che arrivano alla raffineria Eni mediante una tubazione sottomarina.
Basta affacciarsi dal lungomare per notarlo facilmente. La presenza di cosi tante petroliere rappresenta quindi già oggi un grave rischio di incidente rilevante. Attraverso il progetto Tempa Rossa il numero di petroliere aumenterebbe esponenzialmente a fronte di un ritorno occupazionale tutto da verificare, tutto da stabilire e certamente inadeguato al nuovo rischio ambientale che andremo a sopportare per altri decenni.
Entro 15 giorni l’Eni fornirà al comune di Taranto la documentazione attraverso la quale intende dimostrare l’impatto ambientale zero di questo investimento. Noi non ci stiamo e chiediamo una svolta per il nostro futuro che non sia più acciaio, petrolio, idrocarburi, slopping, discariche e veleni. Non vogliamo sentir parlare di eventuali compensazioni o royalties. Non ci interessa l’1% sull’investimento totale, ne’ i 30 milioni di euro che l’amministrazione comunale vorrebbe chiedere in cambio.
Piuttosto esortiamo il governo cittadino a dire “No a Tempa Rossa” e di porsi finalmente dalla parte di Taranto e dei suoi figli più indifesi: i bambini. Non possiamo offrire loro ancora prospettive di malattia e morte. Vogliamo piuttosto che si ripensi al porto come ad una grossa opportunità commerciale e turistica sul fronte mare/città. Vogliamo che non sia più un porto privato ad appannaggio quasi esclusivo di Ilva ed Eni, ma sia aperto a nuove ed alternative forme di sviluppo che sfruttino la zona franca di recente attribuzione per Taranto.
A tal proposito è necessario precisare che senza banchine pubbliche la zona franca rappresenta solo un’opportunità inutilizzabile. Diciamo sin da ora che utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione per contrastare questo progetto che rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo alla nostra comunità. Invitiamo in tal senso tutti i cittadini a prendere in mano il loro destino e li invitiamo a partecipare, lunedi’ 16 Giugno alle ore 18.30 presso Piazza della Vittoria, ad un’assemblea pubblica nella quale, oltre all’argomento Tempa Rossa, si parlerà della modalità di consegna delle firme della Campagna R.S.T. conclusasi l’ 1 maggio 2014.
Si ai Diritti. No ai Ricatti. Taranto Libera!!!
A.P.S. Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
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