Ilva: imputato, le decisioni erano prese da Fabio Riva

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fabio riva 2MILANO – Le decisioni sulla gestione della societa’ svizzera Ilva Sa ”venivano prese dalla capogruppo Riva Fire, nella persona di Fabio Riva”. Lo ha spiegato in aula a Milano l’ex consigliere delegato di Ilva Sa Agostino Alberti, imputato insieme a Fabio Riva, al manager italosvizzero Alfredo Lomonaco e alla societa’ Riva Fire, la holding del gruppo dell’Ilva di Taranto, nel processo milanese con al centro una presunta truffa allo Stato da 100 milioni di euro. Secondo l’accusa, la societa’ Ilva Sa sarebbe stata costituita ad hoc per aggirare la ‘legge Ossola’, la normativa sull’ erogazione di aiuti per le aziende che esportano all’estero, ottenendo indebitamente sovvenzioni pubbliche. Fabio Riva, figlio del patron dell’Ilva di Taranto, Emilio, morto lo scorso aprile, attualmente vive a Londra ed e’ in stato di liberta’ vigilata. ”Nel dicembre 2006 Fabio Riva ci ha convocati per una riunione, dicendo che avrebbe costituito una societa’ svizzera per commercializzare tubi”, ha spiegato Alberti durante l’esame in aula, interrogato dal pm milanese Stefano Civardi e dai legali degli imputati e delle parti civili. ”Io mi occupavo della contabilita’ – ha proseguito – mentre altri si occupavano della ‘legge Ossola’, rapportandosi direttamente con Fabio Riva”. Le erogazioni da parte di Simest, societa’ controllata dalla Cassa depositi e prestiti, ”avvenivano” ma, ha sottolineato l’imputato, ”i dati non erano di mia competenza”. Oggi e’ stato ascoltato in aula anche l’altro imputato, Alfredo Lomonaco. (ANSA)

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