“Quella messa in atto nella raffineria Eni di Taranto è una protesta legittima – prosegue Stefàno – perché esprime ad “alta voce” l’ennesimo sentimento di precarietà che agita le vite di centinaia di lavoratori, qui in quel lembo della Puglia che ha già pagato, e continua a pagare, un prezzo altissimo in tema di lavoro e disagio sociale. L’attuale accordo non può essere accettato perché penalizza i lavoratori. Penalizza la propria ambizione a lavorare. Penalizza le rispettive famiglie, private di colpo della prospettiva di una legittima serenità. E penalizza ancora una volta l’indotto industriale ed il territorio ad essa collegati”.
“Ecco perché non può bastare la rituale manifestazione di solidarietà – così il senatore motiva le ragioni della lettera – ma anzi porgo la più ampia disponibilità personale ed istituzionale a collaborare con l’obiettivo di individuare una soluzione sostenibile, che tenga conto delle note difficoltà del contesto territoriale tarantino”. “Eni, sottoposta al controllo pubblico, – conclude Stefàno – interpreta azioni ed attività industriali profondamente strategiche per tutto il Paese. Quel Paese di cui anche Taranto ed il suo territorio fanno orgogliosamente parte e che, al pari di altri territori ed altre realtà, meritano di beneficiare degli obiettivi strategici dell’azione industriale di una delle principali aziende italiane”.
Intanto ieri l’on. Donatella Duranti di SEL, ha presentato una interrogazione parlamentare, insieme ad altri colleghi pugliesi, in modo da chieder conto direttamente al Ministro dello Sviluppo Economico Guidi della vicenda relativa alla vertenza dei trasportatori di carburante della raffineria Eni di Taranto del consorzio TLS, durante il prossimo Question Time in Aula. “Il piano di riorganizzazione previsto dalla Raffineria per il 2014 incide pesantemente sul nostro territorio, già vessato da fin troppe situazioni analoghe, portando il 50 % delle commesse fuori dai confini regionali – dichiarato la Duranti -. Parliamo di centinaia di lavoratori addetti al trasporto che coprono una vasta area tra Puglia, Basilicata e parte di Campania e Basilicata, con partenze giornaliere di oltre 200 cisterne. In questi giorni ci sono stati diversi tentavi, portati avanti anche dalla Prefettura di Taranto di concerto con il Comune, volti a mediare le posizioni della proprietà con quelle del consorzio TLS. Allo stato attuale, purtroppo, le trattative si sono arenate nonostante la disponibilità ad un “giusto compromesso” mostrata dai trasportatori. Disponibilità che si è scontrata contro il muro della dirigenza che ha portato avanti la linea dura, mettendo a serio rischio diversi posti di lavoro. Il Governo deve farsi garante della stabilità del reddito delle oltre duecento famiglie della provincia Jonica che in questi giorni vedono in bilico il proprio futuro, richiamando la neo Presidente Eni, Emma Marcegaglia, ad una precisa assunzione di responsabilità. Sarebbe l’ennesima volta che si gioca sulla pelle dei nostri concittadini, scaricati in nome del maggior profitto possibile. A loro va tutta la mia solidarietà, ed a loro garantisco tutto il mio impegno affinché ci sia la giusta soluzione nel più breve tempo possibile”.
(dal TarantoOggi del 6.6.2014)
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