La risposta data oggi dal gruppo Riva in merito al piano industriale dell’Ilva verra’ allegata allo stesso piano e inviata dall’Ilva al ministero dello Sviluppo economico che dovra’ predisporre e istruire il Dpcm. Infatti, anche per l’approvazione del piano industriale dell’azienda si seguira’ l’iter del piano ambientale, il cui Dpcm e’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi. Da fonti Ilva si apprende che il gruppo Riva non ha manifestato obiezioni e osservazioni critiche sui quattro punti specifici del piano, ovvero investimenti per l’attuazione dell’Autorizzazione integrata ambientale, interventi per la sicurezza del lavoro, investimenti tecnologici per la produzione e la competitivita’, andamento dell’Ebtda. Per l’Ilva, il piano del commissario Bondi si articola su due fasi temporali: 2014-2016 e 2017-2020. La prima e’ quella che gestiranno i commissari, il cui mandato scade appunto tra due anni, la seconda, invece, riguardera’ esclusivamente gli azionisti. Nel primo triennio previsti azioni di risanamento dell’azienda, soprattutto ambientale, riduzione dei costi e rafforzamento organizzativo, nella seconda parte del piano, invece, prefigurata una serie di interventi per fare dell’Ilva, una volta che gli impianti sono stati bonificati, un’azienda tra le piu’ competitive del settore.
Partendo gia’ dal 2013 e finendo al 2020, il piano prevede un impegno finanziario complessivo di 4,185 miliardi di euro, di cui 1,8 per gli interventi prescritti dall’Autorizzazione integrata ambientale, 625 milioni per il piano salute e sicurezza, 1,7 miliardi per gli investimenti tecnici. Nel piano si prospetta anche un aumento di capitale di 1,8 miliardi da farsi in quest’anno. Il gruppo Riva ha dato un assenso al prestito ponte, una delle misure prospettata dalla gestione commissariale dell’Ilva per superare lo stato di crisi di liquidita’ dell’azienda. Del prestito ponte da parte delle banche all’Ilva si sta discutendo da alcune settimane e il dossier specifico e’ stato oggetto anche di vertici a Palazzo Chigi col sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. L’Ilva, secondo notizie di fonte sindacale, avrebbe detto di aver bisogno di un prestito ponte di 7-800 milioni di euro. Nella lettera inviata oggi al commissario Enrico Bondi il gruppo Riva non si e’ espresso sull’aumento di capitale, che pure fa parte del piu’ ampio percorso tracciato dallo stesso commissario, in quanto, osservano fonti vicine all’Ilva, la norma prevede che la proprieta’ dell’Ilva si pronunci sul piano industriale, cosa che e’ appunto avvenuta oggi. Sull’aumento di capitale, invece, andra’ aperta una discussione a parte e comunque nell’incontro di Milano Claudio e Cesare Riva dissero a Bondi che, a fronte di un impegno finanziario oneroso, sarebbe stato opportuno cercare nuovi azionisti. (Agi)
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