Ilva, i Verdi Taranto chiedono le dimissioni del sindaco
TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo.
Come era facile prevedere, il GUP Wilma Gilli ha detto ‘no’ alla richiesta della Procura di nominare un procuratore speciale per il Comune di Taranto e la Regione Puglia al fine di consentirne la costituzione di parte civile nel processo “Ambiente svenduto” per il disastro dell’Ilva che comincerà il 19 giugno a Taranto. A questo punto, chiediamo al Sindaco Ippazio Stefàno di dimettersi, semplicemente e subito. Stefàno è un sindaco che è scomparso dalla scena politica e sociale di questa città da quando è stato eletto due anni fa. E’ scomparso da una città distrutta da malattie, inquinamento, disoccupazione, che però è anche una città in rivolta contro il malaffare, che vuole ripartire, che vuole costruire, che vuole crescere e dare di nuovo valore a ciò che di buono e di bello ha ancora, nonostante la violenza industriale subìta. Taranto è soprattutto una città ferita che vuole chiedere giustizia.
Oggi, alle soglie di un processo, forse il più importante nel campo ambientale che si sia mai tenuto in Italia, dove i danni alle persone, al territorio, alle cose, al futuro hanno superato tutti i limiti, è doveroso che la stessa città possa chiedere giustizia e risarcimenti a chi per anni ha accumulato solo ricchezza e potere, attraverso la costituzione di parte civile del Comune in questo processo. Infatti il Comune secondo la Costituzione è infatti l’ente pubblico preposto a difendere le istanze del territorio e la sua costituzione di parte civile avrebbe un grande valore simbolico, oltre che economico. La posizione di Ippazio Stefano però, nella sua duplice veste di Sindaco e indagato, mette a rischio questo atto giudiziario, lasciando ancora una volta la città allo sbando, all’incuria, all’ingiustizia e al disamore. E’ dunque il momento che il Sindaco lasci la guida della città.
La co-portavoce dei Verdi Taranto Ada Le Noci