Anche Michele Riondino, componente della direzione artistica, guarda già alle prossime sfide. “Giovedì scorso per noi cittadini di Taranto è stata una giornata importante. Insieme abbiamo gridato che la salute è un diritto non negoziabile. Non ci fermeremo finché la nostra bellissima città non sarà tornata un luogo di vita nel quale far crescere i nostri figli e non una macchina che produce morte e malattia. Continueremo a usare Taranto come piazza simbolo proprio per invitare altre piazze a fare le stesse cose. Siamo contentissimi delle realtà associative che hanno portato la loro testimonianza sul palco. Penso, ad esempio, a Tina De Raffaele di “Crotone ci mette la faccia”, accolta dal pubblico come una vera rockstar; oppure ad Anna Ferruzzo che ha letto un pezzo straordinario di Saramago”.
L’ 1 maggio è stato anche il giorno di chiusura della campagna Rischio Sanitario Taranto portato avanti dal Comitato nell’ultimo anno. Cataldo Ranieri ha ufficialmente invitato il presidente Vendola a venire a Taranto per ritirare le decine di migliaia di firme. “Se non verrà” ha affermato “le porteremo noi a Bari fin sotto la sede della Regione”. Al termine della conferenza stampa di oggi sono stati aperti i salvadanai usati, durante gli eventi dell’uno maggio, per raccogliere i soldi utili ad acquistare un emogasometro per il reparto oncologico dell’ospedale Moscati. Sono stati raccolti 3850 euro. La cifra rimanente per arrivare a 6100 euro (questo è il costo dello strumento medico) verrà coperta dal Comitato. Il primo maggio è stato musica, quella di circa un centinaio di artisti intervenuti a titolo gratuito; è stato passione, messa in campo dai liberi e pensanti che hanno lavorato per amore della città, ma anche testimonianze, di chi è da anni in prima linea nella lotta all’inquinamento e, in alcuni casi, anche contro la malattia. Il minuto di silenzio in memoria dei morti della città di Taranto, durante il dibattito, ha racchiuso il senso di questo primo maggio: non si può morire per garantire la produzione. “Taranto è la fotografia di quello che sta accadendo ed è accaduto negli anni in italia” dichiara Valentina Petrini la tarantina dei 3 presentatori dell’evento.
“Quello che è accaduto ieri al Parco archeologico delle mura greche è la rappresentazione più visibile del risveglio dei cittadini di Taranto, che hanno scelto di riprendere in mano la propria vita e che si impegnano ogni giorno con azioni concrete, per colmare l’enorme vuoto lasciato dalle istituzioni”. Luca Barbarossa, anche lui sul palco per circa 10 ore di evento, ha voluto rispondere così al tweet notturno che la CISL ha lanciato contro la manifestazione pugliese definendola una “saga (?) paesana”: “Saluti da Taranto, dai vivi e dai morti che non avete tutelato”. A Taranto per il secondo anno consecutivo (l’anno scorso era tra gli ospiti), ha dichiarato: “Il primo maggio è una festa che vuole ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori, ovunque la si festeggi. E’ spiacevole che proprio la CISL si prenda gioco della manifestazione che è stata messa in piedi da un comitato di cittadini e lavoratori che lottano tutti i giorni per la difesa di diritti che dovrebbero essere universali.
E proprio ai miei colleghi va il ringraziamento più importante. Io non penso di aver fatto nulla di speciale, o meglio, ho fatto quello che in una situazione come questa tutti dovrebbero fare, mettersi a disposizione di una giusta causa, e se tutti ci comportassimo sempre così la normalità smetterebbe di essere un’eccezione per cui poi ci si sente quasi in dovere di ringraziare chi ci mette la faccia”. Anche Andrea Rivera, che con Barbarossa e Petrini ha fatto da maestro di cerimonie, lascia un commento: “Primo Maggio a Taranto: centomila voci gridano libertà dai padroni. E noi? Noi siamo solo quelli che le hanno microfonate. E come ho detto ieri dal palco: è viva Taranto! Fondata dagli spartani e sfondata dai figli di Troia”.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
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