Roy Paci, direttore artistico con Michele Riondino dell’evento organizzato a Taranto dal comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, ha replicato parlando di un ”sindacato assente in quella città dove si compivano i peggiori ricatti e misfatti ai danni dei cittadini”. “E’ triste e patetico – ha scritto il musicista – leggere il malcelato disprezzo nei confronti del nostro 1 Maggio tarantino da parte di un sindacato nazionale. Mi stupisco oltretutto, del livello culturale di chi ha scritto questo commento, scambiando la sagra per una saga: ma forse in fondo hanno capito che il nostro#1maggiotaranto e’ stato veramente epico e leggendario. Evviva la saga paesana”.
A lui si è aggiunta la voce di Paola Turci, anche lei presente sul palco ospitato nel Parco archeologico delle Mura greche: ”Dovreste avere Taranto nel cuore e invece ne fate una questione di numeri”. La Cisl ha cercato di rimediare con una toppa che appare peggiore del danno prodotto: ”Non si voleva denigrare il concerto di Taranto. Saga come racconto, a San Giovanni c’erano storie nazionali. La musica unisce non divide”. In una intervista rilasciata a Repubblica Tv il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato così il tweet della discordia: “Non so chi abbia voluto dire una cosa del genere, ognuno é libero di fare quello che vuole. Credo che c’e’ stata una sorta di irritazione per una competizione che si e’ voluta costruire, stupida, tra il concerto di Taranto e quello storico”. Ed ha aggiunto: “Va bene che ci sia anche quel primo maggio. Il primo maggio e’ dappertutto, chiunque lo voglia celebrare va bene, l’unica cosa è che ho visto che si e’ voluto mettere in contrapposizione con quello storico”.
E’ il caso che Bonanni e i suoi compagni di sindacato si interroghino sul perché sia sorto a Taranto un Primo maggio alternativo a quello romano e sul perché di un successo che ha superato ogni più rosea aspettativa. Quando un sindacato rinnega il proprio ruolo e finisce per essere uno strumento del potere, incapace di tutelare sia il diritto al lavoro che quello alla salute di tanti operai sacrificati sull’altare del profitto, deve ammettere i propri limiti e le proprie responsabilità. E sopratutto deve evitare di mentire e deridere migliaia di persone (basta guardare la foto in alto per rendersene conto) che hanno scelto di essere altrove, in un luogo oltraggiato da veleni industriali e ricatti occupazionali, e non in piazza San Giovanni. Quest’anno, come nel 2013. Anzi di più.
Alessandra Congedo
Foto in alto di Francesco Settembre
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