TARANTO – ”Quando si realizzo’ il raddoppio del Siderurgico, la coscienza ecologica era gia’ diffusa, ma l’errore piu’ grave fu compiuto nel 1995, quando l’azienda fu privatizzata e c’era gia’ una dichiarazione di alto rischio ecologico”. Lo ha dichiarato Ugo Mattei, uno dei giuristi estensori dei quesiti referendari per l’acqua bene comune, intervenuto a Taranto per partecipare, insieme al segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini, al dibattito su ambiente e lavoro organizzato dal ‘Comitato’. ”Fu introdotto un attore privato – ha aggiunto Mattei – in un sistema come quello dello stabilimento siderurgico, quando invece era il caso di fare uno sforzo reale di riconversione ecologica dello stabilimento e tutto il processo di sviluppo andava ripensato. Non fu fatto perche’ bisognava vendere e si e’ venduta la piu’ grande acciaieria del paese a 700 milioni di euro, che e’ una cifra ridicola rispetto ai soldi che sono necessari adesso soltanto per curare questo disastro”. Non si possono ”mettere – ha concluso il giurista – da una parte la salute e dall’altra il lavoro. Bisogna capire da che parte stanno gli amici e da che parte stanno i nemici. Ambiente e lavoro devono essere alleati contro questo grande saccheggio della modernita’ che va avanti da molti anni”. (Ansa)