Call center, sciopero nazionale
TARANTO – A neanche dieci anni dal processo di stabilizzazione che, solo fra il 2007 ed il 2008, ha prodotto più di 25000 regolarizzazioni di rapporti di lavoro, il comparto dei call center in outsourcing italiani è nuovamente sull’orlo del baratro. E Taranto è senza dubbio una delle città italiane maggiormente esposte, grazie alla presenza del call center Teleperformance che occupa oltre 2000 persone, ed è dopo l’Ilva, l’azienda più grande per numero di lavoratori nell’intera provincia ionica.
“Schiacciate da una legislazione sugli appalti che non tutela il lavoro e che fa del massimo ribasso la pressoché unica regola di questo mercato – si legge in una nota congiunta delle segreteria nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL -, con il fenomeno delle delocalizzazioni sempre più massiccio e senza alcuna regola, decine di azienda sono ormai al collasso. Crisi occupazionali gravissime sono già in atto, migliaia di lavoratori sono oggi in regime di ammortizzatori sociali (molto spesso in deroga, quindi con coperture economiche limitatissime nella quantità e nel tempo). Mentre nel Paese si discute di come creare occupazione stabile, soprattutto per i giovani e le fasce sociali più esposte, il settore che più di tutti in questi anni ha saputo creare occupazione buona, rivolgendosi principalmente al mondo giovanile, a quello femminile e nelle zone dell’Italia dove più forte è stato l’impatto della crisi, rischia oggi di crollare nel silenzio generale della politica e dell’opinione pubblica”.
A fronte anche del silenzio assordante della politica SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL “a tutti i loro livelli, a partire dalle migliaia di militanti ed RSU che in questi anni sono cresciuti sindacalmente in un mondo dove vigeva arbitrio e precarietà”, si stanno mobilitando affinché la crisi dei call center in outsourcing venga affrontata dalle istituzioni. Tante sono le iniziative locali che già stanno interessando le tante città italiane dove i call center in outsourcing sono un luogo di lavoro vero che, una volta chiuso, lascerebbe solo disoccupazione, precarietà, illegalità. Tutto queste iniziative culmineranno il prossimo 4 giugno con una giornata di sciopero di tutti i call center in outsourcing e con una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma. “Perché abbiamo ‘tutta la vita davanti’ – si conclude la nota congiunta delle segreteria nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL – ma il nostro futuro è oggi e non torneremo ad essere fantasmi!”.
Intanto proseguono i problemi a Teleperformance. La SLC Cgil ed il SILP (Sindacato Italiano Laovratori della Polizia) Cgil, tornano a chiedere un incontro urgente alla Prefettura ed alla Questura di Taranto, per “valutare tutte le soluzioni necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori nell’area delle sedi di Teleperformance, site tra via del Tratturello tarantino e via della Transumanza (al quartiere Paolo VI)”. Questa nuova richiesta si rende necessaria a fronte del fatto che negli ultimi giorni si sono registrati “numerosi furti ed atti vandalici a danno delle automobili posteggiate, minando la sicurezza dei tanti lavoratori e delle tante lavoratrici che sino alle 22 lavorano in quella zona”.
Infine, fonti ben informate hanno scoperto nella giornata di ieri a Taranto, l’esistenza di un altro call center che lavora con dipendenti e lavoratori a progetto (i così detti “Lap”). Da ambienti sindacali viene denunciata una situazione che se reale avrebbe davvero dello sconcertante: i dipendenti ricevono uno stipendio che poi devono restituire, più della metà, obbligatoriamente all’azienda; i “lap” sarebbero pagati con stipendi da fame e non firmerebbero nemmeno i contratti di collaborazione previsti dalla legge. La situazione è stata prontamente denunciata agli organi competenti.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 30.04.2014)