«Adesso – ha continuato la attivista – supporteremo l’azione della Commissione e continueremo a fornir loro tutti i dati riguardanti l’inquinamento della città bimare. Nel frattempo l’istituzione europea aspetterà due mesi affinchè l’Italia risponda alle accuse lanciate sulle nuove violazioni. Dopodichè, la Commissione cercherà di arrivare il più celermente possibile alla fase successiva, cioè al parere motivato e alla Corte di Giustizia».
Il documento europeo è stato accolto dai rappresentanti dell’associazione con soddisfazione perchè, come hanno sottolineato i relatori, tutto è partito dal basso: cittadini e tute blu in primis. «Ringrazio – ha commentato Marescotti – gli operai Ilva perchè se non ci fossero state importanti segnalazioni che provenivano dalla fabbrica e indicavano che la situazione continuava a rimanere critica, la Commissione non avrebbe avuto a disposizione una fonte d’informazione con la quale veniva smentita la “campana” rassicurante del Governo. Inoltre esprimo gratitudine per quei cittadini di Taranto che sui social network hanno postato foto e video delle criticità avvenute in azienda». Luciano Manna ha mostrato i tre episodi di slopping avvenuti il 14 aprile scorso (alle ore 11, alle 12,20 e alle 18.20), un fenomeno ritenuto inconsueto anche a queste latitudini.
«Da oggi – ha proseguito Marescotti – abbiamo uno strumento in più, aggiornato, per dire che l’Ilva inquina. La Commissione certifica la persistenza e aggravamento della situazione. Mentre il processo che si aprirà il 19 giugno riguarda il passato, con questa lettera di messa in mora noi possiamo dire che l’inquinamento persiste». Da valutare la possibilità di portare in Procura i documenti raccolti. «Questi – ha detto il professore – indicano una situazione attuale su cui la Commissione Europea si è espressa. Crediamo sia un importante elemento di valutazione per la Procura della Repubblica nel caso in cui fosse aperto un fascicolo su un inquinamento attuale e nel caso in cui l’organismo giuridico valuti che l’inquinamento del passato prosegue nel presente». Giunti a questo risultato le attività non si fermeranno. Nei prossimi giorni alcuni delegati Peacelink porteranno in Brasile l’esperienza Taranto. Proprio dal “nuovo mondo” arriva parte del minerale di ferro utilizzato nell’acciaieria di Taranto, estratto dalla multinazionale Vale.
Luca Caretta
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