Ilva, l’arcivescovo Santoro: “Imprimere nuovo corso”
TARANTO – “Vorrei chiedervi, oso chiedervi di imprimere un nuovo corso”. Lo ha sollecitato agli operai, impiegati e dirigenti dell’Ilva l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, che oggi ha celebrato in un capannone del siderurgico la messa del precetto pasquale. “Nonostante ne siano successe tante, se ne siano scritte e dette molte di più, le cose non sono cambiate di molto. Non basta salvare il salvabile. Bisogna innovare, cercare strade nuove – ha detto l’arcivescovo -. Mi dispiace che ancora non sia stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria benchè siamo ben oltre le proroghe previste; solo da questa pubblicazione si può arrivare al Piano industriale. So che si sta lavorando con intensità e invito con forza a procedere senza ulteriori proroghe perchè la vita non può attendere”.
“Così mi trovavo io quando sono successi i vari scioperi qui all’altoforno 5 o all’ingresso dello stabilimento. O come quando ho visto il presidio dei lavoratori dell’indotto della Marina dinanzi al monumento del marinaio, vicino al ponte girevole. Ho detto: devo visitarli, devo essere con loro. Non so cosa potrò fare – ha affemato Santoro -, ma non posso passare oltre andando tranquillo alla mia liturgia. L’amore ha bisogno di alzarsi, esprimersi, trasformarsi in azione, con umiltà. E sono stato con le persone del presidio che mi hanno presentato il loro dramma: 250 persone prossime a perdere il lavoro. Non voglio nemmeno immaginare – ha sottolineato l’arcivescovo di Taranto riferendosi al caso Ilva – cosa sarebbe se fossero 11 mila o 20 mila, che dramma umano immane che con tutte forze dobbiamo evitare. E in questo avrete sempre il vescovo con voi”. (Agi)