“La decisione che viene da Bruxelles di dare altro tempo al governo italiano nella gestione del “caso Ilva di Taranto” potrebbe essere in linea con le recenti affermazioni del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, secondo il quale l’Ilva deve comunque continuare a produrre, anche se l’azienda in questione risulta “fuorilegge”, così come è stato dichiarato ieri dalla Commissione Europea all’Ambiente presieduta da Janez Potocnik”. E’ il commento di Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus, che aggiunge: “La Commissione Europea dichiara che l’Ilva infrange la normativa europea (poichè causa pericoli per la popolazione e per l’ambiente), ma non chiude la procedura di infrazione e non deferisce l’Italia alla Corte di Giustizia secondo gli artt.258 e 259 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Ricordiamo che la Commissione Europea aveva già diffidato l’Italia il 26 settembre 2013 dandole 2 mesi di tempo per le controdeduzioni e per la presentazione di un eventuale piano degli adeguamenti. I due mesi sono scaduti il 26 novembre e adesso veniamo a sapere che, a distanza di 7 mesi, viene inviata una nuova messa in mora all’Italia che allungherebbe ulteriormente i tempi per un eventuale deferimento alla Corte di Giustizia europea. La nostra preoccupazione deriva dal fatto che questi continui rinvii potrebbero essere basati più su presupposti politici che su motivazioni riguardanti l’effettiva tutela dell’ambiente e della popolazione tarantina, che sta pagando da troppo tempo con la propria salute”.