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L’Osservatorio jonico delle professioni per la tutela della salute e dell’ambiente aderisce alla marcia del 6 aprile

TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di adesione alle iniziative in programma il 5 e il 6 aprile dell’Osservatorio jonico delle professioni  per la tutela della salute e dell’ambiente.

Foto di Peppe Carucci

L’Osservatorio jonico delle professioni per la tutela della salute e dell’ambiente aderisce alle iniziative del 5 e 6 aprile e invita tutti a partecipare in modo specifico alla marcia del 6 che partirà dalla Bio piazza  Via Bainsizza (Scuola elementare Giovanni XXIII) di Statte, la mattina di domenica prossima per arrivare davanti all’Italcave e vicino ad alcune delle portinerie dell’ILVA. Attraverseremo dunque la zona industriale alla periferia di Taranto per ribadire le nostre richieste di cambiare il modello di sviluppo dell’intero territorio jonico, ben consapevoli che ciò è stato realizzato altrove.

Chiediamo dunque solo di non essere da meno di altre città europee, visto che siamo nel territorio dell’Unione Europea. Serve un modello di sviluppo che permetta di dare spazio a tutte le attività produttive e non solo alla grande industria. Come recita il documento programmatico “Serve la rivoluzione dei giusti! E’ necessario operare la chiusura dell’Aria a caldo dell’Ilva. Non c’è progresso quando si lede la dignità dell’uomo. La crescita di una data realtà sociale non è aspetto che può essere confinato nel perimetro della sola, e deleteria, accumulazione di denaro.” Peraltro riscontriamo che sul territorio non vi è neanche stata accumulazione di denaro se non in pochissime mani.

Invitiamo le categorie professionali a partecipare alla marcia con i simboli del loro lavoro come ad esempio, i camici bianchi per le professioni sanitarie e gli strumenti di lavoro del mare e dell’agricoltura. Questa marcia che si ispira a quella Perugia Assisi vuol mostrare gli esempi positivi in materia di sviluppo alternativo e le bellezze di Taranto e provincia attraverso cartelloni che testimonino che è possibile riconvertire l’economia di una città inquinata.

Questo è il momento dell’unione intorno all’unico obiettivo che i tarantini di città e di provincia possano avere dopo cinque decreti in due anni e dunque nessuno può mancare: Taranto deve cominciare a programmare il suo sviluppo futuro, riconquistando il suo ruolo di seconda città della Puglia e di capitale della Magna Grecia, a partire dalla sua storia e utilizzando al massimo tutte le possibilità date dalla scienza e dalla tecnica.

Il Presidente

Arch. Pietro Dione

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