Un guasto elettrico rallenta l’Ilva – Ieri fermato l’Afo 5

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altoforno 4TARANTO – Un guasto elettrico rallenta la marcia dell’Ilva di Taranto. Il problema si è verificato presso le due centrali termoelettriche, chiamate CET 2 (in funzione dal 1975) e CET 3 (in funzione dal 1996): la CET 1 invece fu dismessa diversi anni fa dopo un’importante operazione di bonifica da amianto. Le due centrali sono di proprietà della “Taranto Energia” (nella quale sono occupate 111 unità), società nella quale la Edison conferì il ramo d’azienda costituito dalle centrali termoelettriche, che nell’ottobre del 2011 (la notizia la anticipammo nell’aprile dello stesso anno) la stessa Edison cedette al gruppo Riva per 164,4 milioni di euro. Qualche giorno prima, il 30 settembre 2011, la Commissione europea dette il via libera all’acquisizione di “Taranto Energia” (società veicolo di Edison) da parte di Ilva: l’operazione venne esaminata sotto procedura semplificata. Inoltre, giusto per la cronaca, nella classifica di Greenpeace sulle aziende più in inquinanti in fatto di emissioni di CO2, nel 2012 “Taranto Energia” veniva posizionata al 4° posto con 7,5 milioni di tonnellate, subito dietro l’Ilva di Taranto con 10,3 milioni di tonnellate.

Tornando al guasto tecnico, ancora ieri sera non era ben chiaro quale fosse il problema né l’entità dello stesso. Questo perché il reparto caldaie ha registrato per tutta la giornata temperature molto elevate, impedendo ai tecnici di verificare esattamente quanto accaduto. Certamente, il problema non sarà di poco conto se l’azienda ha deciso di fermare a turno tutti e tre gli altiforni attualmente in marcia. Il primo a fermarsi è stato AFO 5 (il più grande d’Europa e dal quale dipende il 40-45% della produzione dell’Ilva), poi toccherà ad AFO 2 ed AFO 4: tutti rigorosamente a turno e per non più di 24 ore di fermo. Insieme agli altiforni si fermerà per 4-5 giorni anche il treno nastri 1 (TNA 1) e, probabilmente, una delle due acciaierie. Se per i lavoratori degli altiforni non si ricorrerà ai contratti di solidarietà (in quanto come detto gli stessi impianti non possono restare inattivi per più di 24 ore), per i quasi 200 impiegati nel reparto TNA 1 si farà ricorso alla solidarietà. Sicuramente da oggi se ne saprà di più.

Entrando nel dettaglio, l’impianto CET 2, della potenza elettrica complessiva di circa 480 MW, produce energia elettrica e vapore utilizzando come combustibili i gas coke, gas AFO 2 e gas LDG3. L’impianto CET 3, della potenza elettrica complessiva di 564 MW, produce energia elettrica che viene immessa nella Rete di Trasmissione Nazionale alla tensione di 220 kV. L’impianto CET3 fornisce vapore allo stabilimento siderurgico a 2,0 MPa. Il guasto elettrico di ieri, dunque, conferma come il siderurgico abbia bisogno anche di lavori di manutenzione non più rinviabili: per i quali le risorse non ci sono. E senza i quali l’Ilva rischia di fermarsi, forse definitivamente, da sola. Come è giusto che sia.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 24.03.2014)

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