In prima linea, a difendere i terreni agricoli nazionali dalle semine di mais geneticamente modificato sono AIAB, Associazione Nazionale Città del Vino, Coldiretti, Federbio, Fondazione Univerde, Greenpeace, Legambiente e Slow Food insieme con i dicasteri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute. Dall’altra parte l’agricoltore che – dopo aver seminato e raccolto mais Mon810 in Friuli nel 2013 – ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto stesso.
In vista della pronuncia del Tribunale amministrativo che avverrà il prossimo 9 aprile, le otto associazioni hanno depositato in questi giorni, insieme con i ministeri e la senatrice di Sel Loredana De Petris, un intervento ad opponendum al ricorso presentato contro il decreto. Il rischio di semine OGM nella prossima primavera – avverte la Task Force – deve essere affrontato con la massima urgenza perché potrebbe compromettere l’intero comparto agricolo italiano.
Se il TAR dovesse, infatti, accogliere il ricorso, è probabile che già dai giorni successivi verranno effettuate semine incontrollate di mais Mon810 in diverse regioni d’Italia. Un colpo durissimo per il nostro Paese. La coltivazione di OGM, infatti, può avere ricadute molto pesanti per le produzioni agricole e alimentari italiane basate sull’identità e il legame con il territorio d’origine, vanificando tutte le azioni portate avanti finora per tutelare il nostro Made in Italy e compromettendo l’intera filiera del biologico, perché dove si semina OGM la certificazione per la produzione biologica rischia di decadere a causa dei livelli di contaminazione genetica che si determinano.
La stessa Task Force, che agisce in rappresentanza di milioni di italiani, ha inviato, sul tema, un appello al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché il governo sia pronto per qualsiasi evenienza e faccia di tutto per evitare il vuoto legislativo.
Tutto questo, anche in vista del prossimo Expo 2015 dedicato, appunto, ai temi della nutrizione. Un evento al quale il nostro paese deve presentarsi come leader di un nuovo modello di agricoltura e alimentazione, fondato sulla biodiversità, sulla sostenibilità, sulla giustizia sociale, sulla qualità: valori che non possono convivere con l’agricoltura OGM.
Per tutti questi motivi, le associazioni della Task Force per un’Italia Libera da OGM si sono schierate a fianco dei tre Ministeri. E’ doveroso per difendere la volontà della maggioranza degli agricoltori e gli interessi di milioni di italiani che sono a favore di un’Italia libera da OGM.
* Task Force per un’Italia libera da OGM: Acli • Adoc • Adiconsum • Adusbef • Aiab • Amica • Associazione per l’Agricoltura Biodinamica Assoconsum • Campagna Amica • Cia • Città del Vino • Cna Alimentare • Codacons • Coldiretti • Crocevia • Fai • Federconsumatori • Federparchi • Firab • Focsiv • Fondazione Univerde • Greenaccord • Greenpeace • Lega Pesca • Legacoop Agroalimentare • Legambiente • Lipu • Movimento dei consumatori • Movimento difesa del cittadino • Slow Food Italia • Unci • Upbio Vas • Wwf
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