TARANTO – Peacelink Taranto ha stretto un rapporto di collaborazione con i missionari comboniani dell’Amazzonia, che hanno indetto un incontro internazionale di tutti i gruppi che si battono contro i disastri ambientali causati dalla Vale, la multinazionale che estrae minerale di ferro e alimenta la produzione dell’Ilva di Taranto e di altre acciaierie, e dalle altre aziende del ferro. ”Il progetto – spiega Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink – ha innanzitutto lo scopo di affrontare l’aspetto etico della condotta delle multinazionali del ferro, toccando il delicato aspetto della responsabilità sociale e della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e dei danni alla biosfera, in una prospettiva globale e non solo locale”. Si intende ”favorire l’approccio del pensare globalmente e agire localmente e creare un network di solidarietà mondiale per portare all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il disastro ambientale e sociale provocato dalle multinazionali del ferro, in particolare la Vale e l’Ilva”. Saranno effettuati, aggiunge Marescotti, ”anche in Amazzonia, dove opera la multinazionale Vale con i impianti di prima lavorazione del ferro, gli studi compiuti a Taranto sulla diossina nel latte materno e nella catena alimentare. Vogliamo allearci con i missionari brasiliani che si battono contro la deforestazione dell’Amazzonia, dove viene estratto (da immense miniere) il minerale di ferro che inquina anche il quartiere Tamburi di Taranto provocando effetti simili a quelli provocati nelle comunità brasiliane dell’Amazzonia dove opera la Vale”. Dal progetto ”nascerà un libro che racconta come il profitto senza scrupoli devasta il Pianeta”. (Ansa)