Ilva, domani conferenza servizi per copertura parchi minerali

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parcoTARANTO – Si tiene domani al ministero dell’Ambiente la prima conferenza dei servizi per l’esame del progetto per la copertura del parco minerali primario dell’Ilva. Esame finalizzato al via libera ai lavori. Si tratta dell’intervento “simbolo” del risanamento ambientale dell’acciaieria sia per la notevole estensione del parco stesso, dove grandi quantità di minerali sono stoccate all’aperto, sia per il suo notevole impatto sulla città e soprattutto sul vicino quartiere Tamburi. In tutta l’area parchi sinora l’Ilva ha investito 206 milioni di euro.

Nelle scorse settimane l’Ilva ha depositato al ministero dell’Ambiente gli studi di impatto ambientale per due parchi più grandi. Si tratta del parco minerali primario e di quello loppa i cui incarichi di progettazione sono stati affidati a novembre, rispettivamente all’impresa Cimolai (costo 100 milioni) e al consorzio tra Bedeschi, Semat e Somin (35,8 milioni). Domani, al ministero dell’Ambiente, si avvia la conferenza dei servizi per uno dei due parchi: quello primario. Il confronto tecnico si tiene al ministero dell’Ambiente perchè l’ultima legge sull’Ilva, la numero 6 dello scorso 6 febbraio, ha previsto la possibilità di ricorrere a conferenze di servizio centrali per coordinare e soprattutto accelerare le varie procedure. Oltre a disporre l’aumento di capitale dell’Ilva finalizzato al finanziamento delle opere di risanamento ambientale, l’ultima legge e’ anche intervenuta sugli aspetti tecnici e amministrativi delle opere. La legge, per esempio, equipara le coperture dei parchi minerali più grandi a volumi tecnici dello stabilimento evitando così la variante al piano regolatore di Taranto, che avrebbe richiesto un lungo iter burocratico a parte. In questo modo l’Ilva conta di ottenere in tempi più brevi le autorizzazioni necessarie all’intervento sui parchi più estesi. Per il parco loppa, invece, il 20 gennaio c’è già stata la prima conferenza di servizi al Comune di Taranto e prossimamente se ne terrà una seconda dopo i pareri del ministero sulla verifica sull’assoggettabilità Via e della commissione Aia sulla richiesta di modifica non sostanziale. Rilevanti i numeri di riferimento dei due parchi. Quello della loppa si estende per 280 metri di lunghezza, 98 di larghezza e 35 metri di altezza. L’area da coprire sarà di 26mila metri quadrati per una capacità di accumulo di 230mila tonnellate. Oltre alla copertura a capriate, il consorzio vincitore dell’appalto fornirà anche le nuove macchine di movimentazione della loppa. Un sottoprodotto della lavorazione della ghisa. La copertura del parco minerali si estenderà invece su un’area di 700 metri di lunghezza, 260 di larghezza e 80 di altezza. L’altezza è dovuta alla presenza nel parco di grandi macchine operatrici. La copertura sarà a campate e l’Ilva fornirà all’azienda Cimolai 33mila tonnellate di acciaio.

L’Ilva conta di aprire in questo mese il cantiere per la copertura del parco calcare per il quale l’iter tecnico-amministrativo è già concluso. Sono otto, tra primari e secondari, i parchi minerali dello stabilimento siderurgico. Il calcare – che ricade nel Comune di Statte, vicino al capoluogo – è tra i secondari ed è il primo che dovrebbe partire con gli interventi dell’Autorizzazione integrata ambientale di ottobre 2012, la quale ha prescritto le coperture su tutti i parchi al fine di minimizzare l’impatto trattandosi di aree all’aperto. Il secondo cantiere che dovrebbe avviarsi è quello dei parchi omo-coke e agglomerato nord e sud, anch’essi secondari e approvati nelle scorse settimane dal Comune di Taranto. Nell’omo-coke sono stoccati la miscela di minerali di ferro destinata alla sinterizzazione e il carbon coke. Nell’agglomerato, invece, il sinterizzato di minerali di ferro per gli altiforni. Presentati i progetti in estate, ci sono voluti alcuni mesi perchè le amministrazioni di Taranto e Statte dessero il via libera, arrivato a fine 2013 per omo-coke e agglomerato e agli inizi di gennaio per il calcare. Le coperture dei parchi secondari sono costituite da strutture in legno lamellare con fondazioni in calcestruzzo armato, di forma e dimensioni differenti in funzione delle macchine operatrici utilizzate all’interno dei capannoni e dei volumi di stoccaggio richiesti dall’operatività degli impianti. In particolare, per il parco omo-coke saranno adottate strutture ad arco mentre per l’agglomerato edifici tronco-piramidali a pianta poligonale. La superficie complessiva da coprire è di 74.120 metri quadrati. Sei mesi i tempi stimati per finire la copertura del parco calcare, cinque per l’agglomerato e dieci per l’omo coke. Ammonta infine a 206, 221 milioni di euro il totale impegnato o sostenuto dall’Ilva al 31 gennaio scorso per i parchi. La somma è comprensiva anche di altri interventi nella stessa area ai fini della mitigazione dell’impatto ambientale. Per le altre coperture in senso stretto, invece, il commissario Enrico Bondi indica queste cifre: 8,403 milioni per il calcare e 33,174 milioni per i due agglomerati e l’omo-coke. (Agi)

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