Ilva, Verdi Taranto su richiesta risarcimento: “Il Comune arriva troppo tardi”
Il nostro sindaco Ippazio Stefàno è più portato per i colpi di scena che per la tempestività. Difatti la richiesta di risarcimento danni di 3,3 miliardi di euro all’ILVA suonano come una lenta litania in un concerto rock. Il Sindaco di Taranto chiede all’Ilva il risarcimento dopo “soltanto” 9 anni e quel “soltanto” lo diciamo ovviamente in modo ironico, visto che la sentenza in cui ci fu la prima condanna all’Ilva spa, a Riva FIRE, a Emilio Riva ed a Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento siderurgico è niente di meno che del 1995!
Qualcuno dirà: “Meglio tardi che mai”, invece non è cosi. Siamo molto arrabbiati perché la città è stata presa in giro dall’Amministrazione. Il Comune presenta oggi la richiesta di risarcimento danni dopo che “i buoi sono scappati dalle stalle” ovvero dopo che i soldi dei Riva sono stati sequestrati e verranno usati per mettere una pezza alla fabbrica dei riva e non per fare le bonifiche e nemmeno per aiutare agricoltori e mitilicoltori.
Si chiedono 3,3 miliardi di euro dopo che i soldi dei Riva sono spariti e al Comune di Taranto hanno aspettato tutti questi anni, passando il tempo a dare consulenze, a fare studi, a revocare incarichi, a fare nuovi studi e dopo 9 anni presentano la richiesta di risarcimento dopo che, è proprio il caso di dirlo, tutti i soldi non ci sono più. Che vergogna il Comune di Taranto!
Le risorse derivanti dal risarcimento danni dovrebbero essere impiegate nelle bonifiche dei quartieri più danneggiati dall’inquinamento: Tamburi, Paolo VI e Borgo. Questa uscita, lenta e maldestra ci lascia sgomenti, quasi come la melodia di un’orchestra che suona mentre il Titanic affonda e per di più suona pure male. Come Verdi Taranto crediamo che il Sindaco dovrebbe tutelare gli interessi della città con ben altra efficienza e tempestività. Questo ritardo si assomma a quelli che si registrano in tanti altri campi ed è il frutto avvelenato della scelta errata delle priorità politiche da dare agli uffici comunali.