Marina Militare ed area ex Ip: ancora ritardi per la messa in sicurezza

TARANTO – A che punto è l’iter per la messa in sicurezza dell’area ex Ip dell’Arsenale Militare all’interno del primo seno di mar Piccolo? E’ un quesito che ci poniamo periodicamente. Anche perché ci piace tornare su vicende spesso snobbate da altri, ma meritevoli della dovuta attenzione. L’ultimo nostro articolo sulla vicenda risale al 4 dicembre 2013, quando abbiamo dovuto registrare l’evidente ritardo con cui la Marina Militare ha consegnato alla Regione Puglia il progetto definitivo, documento che doveva essere consegnato già nel luglio del 2012, oltre un anno prima.

Le lungaggini burocratiche hanno reso il percorso tortuoso e comportato ritardi abissali, ampiamente denunciati da InchiostroVerde e dal TarantoOggi. Ai primi di dicembre, infatti, fonti dell’assessorato regionale all’Ambiente ci riferirono che la Marina Militare aveva trasmesso il progetto definitivo il 20 novembre. Il documento era stato protocollato dalla Regione Puglia il 2 dicembre. Perché in città nessuno se ne lamenta? Evidentemente parlare delle responsabilità della Marina Militare nell’inquinamento del mar Piccolo non è un’attività molto “popolare” a livello mediatico.

Eppure, la vicenda dell’area ex Ip è un caso emblematico. Si tratta di un’area situata nel primo seno di mar Piccolo ed interessata da una pesante contaminazione,  dovuta proprio alle attività passate dell’Arsenale militare. E siccome non ci sembra giusto né onesto fossilizzarsi solo sulle problematiche ambientali e sanitarie connesse all’Ilva (e talvolta all’Eni), torniamo ad accendere i riflettori su questa vicenda.

PROGETTO DEFINITIVO: I TEMPI SI “ALLUNGANO” ANCORA

In questi giorni ci siamo nuovamente rivolti all’assessorato regionale all’Ambiente per sapere cosa è cambiato dallo scorso dicembre ad oggi. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, in quell’area era necessaria una integrazione delle attività di caratterizzazione per poi procedere alla messa in sicurezza della falda acquifera. In base a quanto ci dicono dalla Regione le nuove attività si sono concluse e i dati sono stati validati da Arpa Puglia ad ottobre scorso. Nei primi giorni di gennaio 2014 è stato convocato un tavolo tecnico.

La Marina adesso sta elaborando una nuova analisi di rischio perché la prima era stata elaborata con i soli dati della prima caratterizzazione. Gli esiti delle analisi hanno evidenziato contaminazioni da metalli, PCB e idrocarburi, soprattutto nel primo metro di profondità del suolo. Gli esiti di queste analisi serviranno a modificare il progetto di intervento e messa in sicurezza da approvare in apposita Conferenza di Servizi.

La Marina Militare si sarebbe impegnata a far pervenire l’analisi di rischio entro il mese di marzo. Nel frattempo si sta lavorando alla messa in sicurezza di emergenza: l’impianto per la mitigazione della contaminazione della falda è realizzato ed in attesa di autorizzazione (da parte della Provincia) per la re-immissione in mare delle acque trattate.

L’ultimo punto cruciale: il progetto di messa in sicurezza del sito dovrà essere aggiornato con i dati della nuova caratterizzazione. Nell’esprimere questa esigenza Regione e Arpa Puglia hanno chiesto al Genio della Marina Militare di valutare l’opportunità di definire un nuovo layout della barriera impermeabile rimodulando il progetto. La Marina Militare si sarebbe impegnata a farlo entro fine marzo.

Questi gli ulteriori step concordati al tavolo tecnico: la produzione di un progetto di bonifica dei terreni contaminati subito dopo l’approvazione dell’analisi di rischio e un piano di caratterizzazione delle zone limitrofe dell’area già indagata per ampliare la base di conoscenze disponibili.

Insomma, per avere il progetto definitivo bisognerà attendere ancora. L’esperienza finora maturata  ci fa temere che neanche l’ultima tempistica concordata potrà essere rispettata. A questo punto, ci domandiamo: quando inizieranno i lavori di messa in sicurezza? E, soprattutto, quando giungeranno a conclusione? Nel frattempo, il mar Piccolo continuerà ad essere inquinato da questa fonte di contaminazione. Una vicenda su cui torneremo presto.

Alessandra Congedo, in esclusiva per InchiostroVerde

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