L’Italia, poi, può applicare ulteriori soglie minime pari a 400 euro per i pagamenti diretti e a 0,5 ettari per quanto concerne la superficie. Da elaborazioni 2013 su dati AGEA risultano 491.664 percettori di contributi PAC di importo inferiore a 500 euro, 226.624 con importi compresi tra 500 e 1.000 euro e 494.739 percettori con contributi superiori a 1.000 euro. “Per il futuro del settore nel nostro Paese – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura – vogliamo che siano i veri agricoltori a ricevere i fondi comunitari. Se pensiamo che una singola pratica amministrativa necessaria ad accedere al pagamento è di circa 250-300 euro, al fine di massimizzare l’impatto delle risorse comunitarie è opportuno concedere pagamenti diretti al di sopra dei 400 euro ed all’ettaro, in relazione alla superficie”.
Per quanto riguarda i pagamenti accoppiati, invece, su cui l’Italia dispone di un massimale di circa 550 milioni di euro, si gioca la partita per il sostegno alle colture di qualità, a quelle eccellenze nazionali stimate in tutto il mondo e vittime di contraffazioni. “Puntiamo ad accordare il pagamento accoppiato alle produzioni di qualità, a quelle che favoriscono l’occupazione ed il recupero delle aree abbandonate nonché il ripristino delle sostanze organiche nel terreno – continua Giuseppe L’Abbate (M5S) – Per questo richiediamo che, per i regimi di sostegno previsti dalla PAC, l’Italia utilizzi la misura massima del 13% destinandolo al settore degli oli di oliva DOP e IGP per contribuire a sostenere i volumi produttivi di alcune eccellenza che rappresentato una significativa quota del PIL nazionale, al settore lattiero-caseario ed al latte crudo proveniente da filiera corta, al settore ovicaprini ed alla carne bovina IGP per evitare l’ulteriore spopolamento delle aree rurali e la riduzione del presidio territoriale e, infine, a colture miglioratrici, arboree storiche e di pregio paesaggistico come gli ulivi monumentali di Puglia”.
Produzioni e colture di qualità, salvaguardia e presidio del territorio con l’agricoltore “custode” e finanziamenti indirizzati ai veri coltivatori e non dispersi nei mille rivoli delle pratiche burocratiche che alimentano più il sistema in sé che il settore primario italiano. Per i 5 Stelle questi gli interventi da attuare sulla PAC 2014-2020, oramai ai blocchi di partenza e su cui urgono scelte rapide, destinate ad incidere fortemente sull’agricoltura italiana per i prossimi 7 anni. “È tempo di scelte importanti che non possono tardare ad esser prese – conclude il deputato 5 Stelle – Noi siamo pronti e disponibili ad ogni miglioria possibile, l’importante che si tratti di soluzioni ragionate in grado di impattare significativamente su un comparto cruciale per l’economia nazionale”.
NOTA STAMPA MOVIMENTO 5 STELLE
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