Porto, ecco il decreto per i dragaggi
TARANTO – Il ministero dell’Ambiente ha firmato ieri il decreto definitivo relativo “all’intervento di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti in area Molo Polisettoriale e connessa cassa di colmata finalizzata all’ampliamento del quinto sporgente”. La notizia è giunta durante la riunione del tavolo di coordinamento sul porto di Taranto svoltasi ieri a Roma presso la sede del DISET, il Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali della Presidenza del Consiglio. Dopo l’ok dell’uscente ministro dei Beni Culturali Massimo Bray venerdì scorso, mancava soltanto il decreto del ministero dell’Ambiente. Ora manca soltanto la validazione del progetto definitivo messo a punto dalla Sogesid (quello preliminare, datato 2010, è stato infatti rivisto in più punti durante l’iter di VIA e VAS). In contemporanea con quest’ultimo passaggio, l’Autorità portuale di Taranto lancerà il bando di gara per il dragaggio: tempo previsto 30 giorni. Come detto già la scorsa settimana, si calcola poi che serviranno dai cinque ai sei mesi per espletare la gara di appalto.
Il costo dell’intervento previsto dall’accordo del 2012, è di 83 milioni di euro così ripartiti: 7,6 milioni arriveranno dal ministero dell’Ambiente, 17,1 milioni dalla Regione Puglia attraverso la delibera C.I.P.E. n.87, 40,1 milioni dall’Autorità Portuale (Fondi Propri + PON Reti e Mobilità 2007/2013) e 18 milioni (Fondi Propri rif. nota 9559 del 7.10.2013). Al termine dei lavori, i fondali avranno una profondità di 16,50 metri per un tratto di 1,2 chilometri di banchina che consentirà l’attracco delle portacontainer da 14mila TEU. L’obiettivo è terminarli entro il 31 dicembre del 2015. Ma leggendo le 15 pagine del provvedimento, è chiaro che difficilmente ciò potrà accadere. Sono infatti ben 26 le prescrizioni della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS. Quattro quelle del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Tantissimi i controlli affidati ad ARPA Puglia per seguire passo dopo passo tutte le varie operazioni previste. Inoltre, è chiaro che il dragaggio non potrà avere inizio se prima non c’é la vasca di colmata, opera a mare nella quale depositare i fanghi del dragaggio. Per far fronte a quest’ennesimo ostacolo da superare, nella riunione di ieri al DISET è stata valutata la possibilità di utilizzare, in alternativa alla vasca di colmata per il terminal container, quella che è in fase di costruzione da parte dei soggetti promotori della piastra logistica. Quest’ultima vasca, per la quale si prevedono 15 mesi di lavori, verrebbe, infatti, completata prima di quella prevista nel pacchetto delle opere del terminal container: ovvero entro l’estate del 2015. Secondo l’Authority, seguendo questa strada non ci sarebbe uno sfasamento dei tempi complessivi delle opere previste, in quanto il dragaggio andrà realizzato in contemporanea all’adeguamento della banchina del terminal container i cui lavori, peraltro, devono ancora partire perché bloccati da un contenzioso al Tar di Lecce che ha fissato per il 5 marzo l’udienza di merito. A tal proposito, una volta svolta l’udienza, ci vorrà una settimana per conoscere il dispositivo della sentenza: dopo di che, secondo le previsioni dell’Authority, si potrà assegnare la gara. Tornando ai lavori della piastra logistica, partiti i lavori a terra, a breve partiranno anche le opere a mare che hanno ricevuto l’ok della Provincia lo scorso dicembre. Le opere sono state rallentate a causa di alcune modifiche al piano di monitoraggio messo a punto da ARPA Puglia e Taranto Logistica. Infine, a breve sarà convocato dal ministero del Lavoro l’incontro per rinnovare la cassa integrazione dei 500 lavoratori della TCT.
Guardando l’insieme di tutti i lavori previsti per il porto, le tante difficoltà, le lungaggini della burocrazia, viene da chiedersi il perché per anni e anni non sia stato fatto praticamente nulla. Noi, più di qualche risposta ce l’abbiamo.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 26.02.2014)
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