Ilva: Usb, causa lavoratore, soli contro tutti
TARANTO – ”Marco in questi giorni è di nuovo solo ad affrontare uno dei più grandi gruppi industriali italiani, ora controllato dallo Stato, uno Stato che ancora una volta attraverso tutte le sue istituzioni, dal Consiglio comunale sino ad arrivare all’ormai ex presidente del Consiglio, anche questa volta aveva promesso di essere al suo fianco ma ancora una volta l’ha abbandonato”. Lo sottolinea il coordinamento provinciale dell’Usb (Unione sindacale di base) di Taranto riferendosi alla causa di lavoro di un suo dirigente, Marco Zanframundo, operaio del Siderurgico licenziato alcune settimane fa dall’Ilva, che denunciò l’assenza delle condizioni di sicurezza nel reparto Mof (Movimento ferroviario), in cui il 30 ottobre del 2012 morì, schiacciato tra un locomotore e un carro ferroviario, il 29enne Claudio Marsella.
”Da quel giorno – osserva il sindacato di base – Zanframundo disse basta a soprusi e ricatti e insieme con i suoi colleghi di reparto, appoggiato dall’Usb, iniziò uno sciopero che durò 15 giorni per chiedere maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro”. Proprio le persone che Zanframundo denunciò ”alla fine firmarono i provvedimenti disciplinari che portarono al suo licenziamento”. Un provvedimento, conclude l’Unione sindacale di base, che ”diventa lo spauracchio da agitare contro i colleghi che osano ancora lamentarsi: l’Ilva ne colpisce uno per educarne 100”. (Ansa)