“Insieme a te non slotto più”, giornata contro il gioco patologico

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io non slotto piùTARANTO – Promuovere la cultura di un sano agire economico ed incoraggiare la scelta degli esercenti di dire “no” alle slot machines nei loro locali, nonostante le difficoltà economiche. E’ stato questo l’obiettivo della manifestazione “Insieme a te non slotto più” promossa dal centro di cultura “G. Lazzati” in collaborazione, tra gli altri, con il Dipartimento di Dipendenze Patologiche dell’Asl di Taranto, “Libera” e numerose associazioni, enti pubblici e organismi di volontariato del capoluogo ionico e provincia. Via Di Palma, cuore pulsante cittadino, domenica mattina si è colorata di ragazzini che disegnavano su grandi fogli, artisti che ballavano sulle note della musica salentina, di disegnatori e orafi di strada. Il messaggio era quello di vivere la gioia della comunità, dello stare insieme e riflettere su un problema rilevante.

Il gioco patologico ha assunto, in particolar modo negli ultimi anni, la connotazione di una vera e propria piaga sociale che investe tutta la penisola. Le cifre di questo business sono elevatissime. «Nel 2012 – ha sottolineato la dirigente medico del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl, Vincenza Ariano – in Italia sono stati spesi 87 miliardi di euro mentre nel 2013 solo poco meno. Questa ingente somma è suddivisa in 9 miliardi per i gestori, 9 per l’erario e il resto è reinvestito nel gioco in tante forme».

A destare ancora più preoccupazione sono le conseguenze psicologiche che il gioco patologico provoca. «Il gioco – ha ribadito la psicologa dell’Asl Margherita Taddeo – è aggregazione, ricreazione ma può assumere anche un aspetto problematico e successivamente patologico. Questo passaggio può avvenire per una diffusione capillare delle opportunità di gioco (centri scommesse, sale slot ecc. ndr.) o dal martellamento pubblicitario in un momento critico nella vita di una persona come può essere la perdita di un lavoro, una crisi matrimoniale ma anche l’adolescenza».

Proprio i ragazzi sono i soggetti più a rischio perchè si trovano in un’età di cambiamento, di fragilità. «Il gioco d’azzardo – ha sottolineato – è una delle peggiori dipendenze e che ha un rischio di suicidio 200 volte maggiore rispetto alle altre assuefazioni. E’ necessaria una forte sensibilizzazione al problema e una informazione corretta».

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