“Call center, no alle delocalizzazioni” – L’on. Damiano (Pd) ospite di un convegno a Teleperformance
TARANTO – “Dobbiamo riprendere in mano il dossier dei call center per impedire che vinca la regola della delocalizzazione”. Lo ha dichiarato l’on. Cesare Damiano (Pd), presidente della Commissione lavoro della Camera ed ex ministro del Lavoro, che ha partecipato ieri (venerdì per chi legge, ndr) ad un dibattito organizzato dalla SLC Cgil nella sede del call center Teleperformance, che occupa duemila dipendenti diretti e mille a progetto. “Noi – ha aggiunto Damiano – vogliamo dare incentivi a chi mantiene l’occupazione in Italia e in secondo luogo vogliamo correggere le logiche degli appalti al massimo ribasso”.
L’esponente del Pd ha fatto presente che, quando era ministro del Lavoro, “il settore dei call center era senza regole. Bisogna considerare che ci sono 200 imprese in Italia che svolgono questo servizio con 80mila addetti. Non possiamo pensare – ha precisato – che grandi committenti privati, ma anche pubblici come possono essere la Rai, l’Eni o l’Enel, diano commesse ai call center pretendendo un prezzo inferiore al costo orario dell’addetto”. Bisogna ridiscutere, ha concluso Damiano, “le norme che danno gli incentivi alle aziende che delocalizzano e sostenere la riapertura del tavolo nazionale”.
Un convegno di certo non casuale, viste le tante polemiche scoppiate negli ultimi giorni, anche a livello nazionale, con le segreterie nazionali della categoria dell’energia FILCTEM Cgil, FEMCA Cisl e UILTEC che hanno scritto all’Eni Divisione Gas&Power ed Eni Corporate, per denunciare come alcune attività terziarizzate da Eni presso call center esterni sarebbero in via di delocalizzazione: Teleperformance a Durazzo, Comdata in Romania e Assist a Fiume. Appena la scorsa settimana infatti, le segreterie territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil ed Ugl Telecomunicazioni di Taranto diramarono una nota congiunta nella quale condannavano “in maniera decisa la volontà di Teleperformance di trasferire in Albania un’attività del back office di un importante committente legato al mondo dell’energia, di piano nazionale”. La commessa in questione è quella di “Eni Back Office”.
“Va rivista la norma che permette alle aziende di call center che hanno stabilizzato lavoratori tra il 2006 e il 2008 di ricevere finanziamenti da parte dello Stato – ha spiegato ancora l’ex ministro – perché così non va bene. Se le imprese prendono soldi pubblici e poi portano il lavoro altrove, per lo Stato si presenta un doppio danno, dato dai finanziamenti e dagli ammortizzatori sociali da attivare per le persone che perdono il posto di lavoro”. Il totale dei finanziamenti previsti dall’ultima manovra di governo ammonta a 30 milioni di euro.
A questi problemi si aggiungono le gare giocate al massimo ribasso per gli appalti, che si ripercuotono sui costi del lavoro e della sicurezza. “Lavoro e sicurezza non andrebbero calcolati nel computo per le gare d’appalto, ma garantiti con degli standard minimo” propone Damiano. “A gennaio 2013 – ha dichiarato invece Andrea Lumino, segretario Slc Cgil – abbiamo firmato un accordo che comporta pesanti sacrifici per i lavoratori, disposti a farli pur di salvare la propria occupazione. A distanza di una anno Teleperformance annuncia di voler trasferire uffici e competenze in Albania. Noi non ci stiamo – prosegue Lumino – contrasteremo l’azienda con azioni sindacali, politiche e anche giudiziarie”. A tal proposito quest’oggi la Slc Cgil terrà il suo convegno all’Appia Hotel di Massafra dal titolo “Con la Slc Cgil contro la crisi: lavoro e sicurezza sociale”.
Ma i problemi sul lavoro, soprattutto nel territorio tarantino, vanno ben oltre i confini del call center Teleperformance. Damiano ieri ha anche incontrato nella sede del Partito Democratico di Taranto una delegazione di lavoratori delle ditte Natuzzi, Dussmann e di altre alle prese con difficili vertenze lavorative. “Nel mio incontro con i lavoratori di numerose aziende in crisi del territorio di Taranto ho avuto modo di toccare con mano lo stato di difficoltà e di disperazione degli addetti alle pulizie ed alla sorveglianza nelle scuole – ha dichiarato Damiano -. Il nuovo Governo dovrà affrontare questa vera emergenza sociale che riguarda circa 24.000 persone: alla fine del mese di febbraio questi lavoratori non avranno più una occupazione o subiranno una ulteriore e drastica riduzione delle ore di lavoro. Stiamo parlando di buste paga che, attualmente, fanno fatica in molti casi ad arrivare a 500 euro al mese. È necessario un intervento urgente e straordinario entro la fine della prossima settimana per individuare le risorse necessarie a risolvere questo grave problema”. “Il consumatore di qualità – ha spiegato – esiste e bisogna avere un prodotto di qualità. Per averlo occorre avere la manodopera e le aziende di qualità che sono una caratteristica dell’Italia. Altrimenti – ha concluso – se pensiamo di inseguire la Cina sulla qualità del manufatto sbagliamo e, soprattutto, se vogliano inseguirla sul costo della manodopera, non saremo mai competitivi”.
G. Leone (TarantoOggi, 22.02.2014)