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Vado, Legambiente “Da tempo denunciavamo inquinamento centrale”

GENOVA – “Noi denunciavamo da tempo questa situazione insieme alla ‘Rete savonese contro il carbone’ e all’associazione ‘Uniti per la salute’. Abbiamo sempre contrastato l’utilizzo del carbone come fonte di energia per i problemi che crea dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista ambientale, soprattutto in un contesto come quello di Vado dove la centrale produce il doppio di energia di quella che serve al territorio”. Lo ha dichiarato a TMNews Giancarlo Onnis, referente di Legambiente per la città di Savona, commentando i dati choc diffusi dalla locale Procura sulle morti causate dalle emissioni inquinanti della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Secondo i consulenti incaricati dalla Procura di eseguire una perizia nell’ambito dell’inchiesta sulla centrale a carbone, in dieci anni i decessi provocati dai fumi dell’impianto sarebbero stati oltre 400. “La stima -ha affermato Onnis- è sicuramente abbastanza realistica, anche se, eccetto le associazioni ambientaliste, quasi nessuno sembrava accorgersene”. “Di questi tempi purtroppo – ha sottolineato l’esponente di Legambiente – si guarda esclusivamente al numero degli occupati che spesso perdono il posto di lavoro ma sicuramente non per colpa di chi è preoccupato della salute e del futuro di tutti. Bisogna pensare -ha detto Onnis- anche di chi nasce oggi e a che futuro ha davanti in questo territorio martoriato”.

Il quadro che emerge dai dati diffusi dalla Procura di Savona è infatti gravissimo, un disastro ambientale non così diverso da quello provocato dall’Ilva di Taranto. “Rispetto a Taranto – ha spiegato il referente savonese dell’associazione ambientalista- il contesto è diverso perché l’inquinamento causato da un impianto che produce acciaio riguarda anche il suolo e l’acqua. Una centrale termoelettrica come quella di Vado Ligure ha un altro tipo di impatto ma sicuramente sono impatti ugualmente importanti e purtroppo significativi per chi deve usufruire del sistema sanitario nazionale per cercare di contrastare gli effetti di questo inquinamento”. “Come Legambiente -ha affermato Onnis- ribadiamo la nostra contrarietà al previsto ampliamento della centrale perché ci sembra assolutamente folle regalare altri 50 anni di carbone a questo territorio che dal 1968 già subisce un impatto molto forte legato alla produzione di energia elettrica dal combustibile fossile”. “Chiediamo -ha aggiunto- che questo ampliamento non si faccia, che si metta in sicurezza l’esistente e si investa fortemente in risparmio energetico e nell’utilizzo di fonti rinnovabili per creare finalmente del lavoro qualificato che dia l’opportunità ai giovani di rimanere in questo territorio e non essere costretti a fuggire”. “Siamo preoccupati e vorremmo che la comunità locale -ha concluso l’esponente di Legambiente- facesse uno scatto in avanti e cominciasse a pensare veramente ad un presente ad un domani diverso basato sulle energie rinnovabili ed il risparmio energetico, ad un’economia centrata sul benessere del cittadino”. (Apc)

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