Parco eolico a Taranto, ok definitivo del ministero delle Infrastrutture

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eolicoTARANTO – La notizia è ufficiosa soltanto perché non abbiamo ricevuto risposta ieri sera dal “Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Divisione 4 – Demanio marittimo e Sistema informativo del demanio marittimo (S.I.D)”. Ma la scorsa settimana, esattamente lunedì 10 febbraio, il ministero delle Infrastrutture ha dato il via libera definitivo alla realizzazione del parco eolico “near shore” che sorgerà nella rada del Mar Grande di Taranto.

L’autorizzazione unica prevista dall’art. 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 per una centrale eolica offshore, rilasciata dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti dopo l’ok del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell’Ambiente, dopo la conferenza dei servizi alla quale parteciparono tutte le amministrazioni interessate, arrivò in realtà il 27 giugno scorso da parte del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con tanto di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 luglio.

Ma il via libera definitivo è arrivato soltanto la scorsa settimana, dopo che anche l’ultimo ostacolo è stato superato: ovvero il ricorso che il Comune di Taranto presentò ad ottobre al Tar della Regione Puglia chiedendo l’annullamento, con sospensiva, del provvedimento dello scorso giugno. Sconfitta abbondantemente prevista non solo perché in questo settore il parere di un’amministrazione comunale non ha valore vincolante per legge, ma soprattutto perché la delibera n. 30 che fu inviata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo scorso aprile, era priva del necessario supporto motivazionale e quindi inammissibile. Del resto, nel testo di quell’atto vi era scritto semplicemente che il Consiglio comunale “esprime parere contrario” alla realizzazione del parco eolico nella rada di Mar Grande.

Questo partorì il Consiglio Comunale del 5 aprile 2013. Del resto, al di là della mera presa di posizione del Consiglio comunale e del ricorso, l’iter burocratico ed operativo per la realizzazione dell’opera è sempre andato avanti senza grandi intoppi. Il 9 aprile 2013 l’Azienda sanitaria locale di Taranto comunicava il proprio parere positivo con prescrizioni e lo stesso giorno ARPA Puglia prendeva atto della compatibilità e comunicava il suo intervento in un tempo successivo alla costruzione; il 4 giugno l’Autorità di bacino della Puglia esprimeva parere favorevole con prescrizioni, mente il 14 giugno, la società Terna rilasciava il benestare al progetto delle opere di  connessione alla Rete elettrica di trasmissione nazionale.

Inoltre è bene ricordare che la Provincia di Taranto, competente in materia di rilascio di autorizzazione per “l’immersione in mare di materiale derivante da attività di escavo e attività di posa in mare di cavi e condotte” (secondo quanto previsto dall’art. 109 del Codice dell’Ambiente in base all’art. 8 della legge regionale n. 17 del 14 giugno 2007), non ha rilasciato “espressamente tale autorizzazione né espresso il suo dissenso”; per questo motivo lo scorso giugno il ministero dell’Ambiente, pur non ritenendo ammissibile in materia ambientale la regola del “silenzio-assenso”, il 3 giugno 2013 comunicò alla Provincia le modalità di rilascio dell’autorizzazione concessa alla Beleolico, pur sostenendo in Conferenza dei Servizi che “l’autorizzazione alla realizzazione del parco eolico sia subordinata all’autorizzazione della Provincia o che comunque detta autorizzazione avvenga prima dell’inizio dei lavori”.

Questi ultimi provvedimenti consentirono l’ok dello scorso 27 giugno (precedentemente, il 13 dicembre 2012, presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Taranto, si svolse l’importante conferenza dei servizi conclusiva al fine di rilasciare la concessione demaniale marittima per la realizzazione del progetto, iter conclusosi il 10 gennaio 2013). Dal giorno dopo infatti, la società Beleolico srl (che il 31 agosto 2012 ricevette dalla Societ Energy S.p.A. il ramo d’azienda avente ad oggetto la realizzazione del parco eolico che la stessa presentò l’8 luglio del 2008), dette il via operativo al progetto.

L’amministratore unico della Societ Energy è Benito Papadia, da sempre socio di Giovanni Colomba (entrambi gestiscono l’Histò San Pietro sul Mar Piccolo, sede di tutti i convegni del Centro Studi Ilva). La Beleolico, che vede all’interno del Cda  proprio Giovanni Colomba, ha come amministratore Gianluca Colomba e come ad il francese Levy Jacques Edouard Jean. Proprietarie della Beleolico sono due società: l’Impresa Del Fiume Spa (con sede sempre a San Giorgio) e la Belenergia Spa che ha sede in Lussemburgo. Sono stati già effettuati carotaggi e caratterizzazioni, firmati contratti di fornitura anche con la Vestas per gli aerogeneratori, acquistati certificati di borsa di energia elettrica.

Ricordiamo che la realizzazione del parco avverrà nella rada esterna del porto di Taranto e sarà costituito da 10 aerogeneratori, ognuno di tre megawatt di potenza, capace di generare trenta megawatt di energia. Saranno disposti in due zone distinte: sei turbine esterne alla diga foranea e quattro esterne al molo polisettoriale (le zone prospicienti al Terminal Container e al V sporgente). Le torri, alte circa 110 metri, convoglieranno l’energia prodotta direttamente alla rete nazionale attraverso un cavo sottomarino lungo due chilometri. I 30 megawatt di energia saranno sufficienti a rendere il porto di Taranto autonomo e indipendente dal punto di vista del fabbisogno energetico. L’opera, chiamata tecnicamente “near shore”, occuperà una porzione d’area che non ricade nel sito di interesse nazionale né interessa direttamente aree SIC (interesse comunitario) o ZPS (zone protezione speciale). Il parco nascerà in uno specchio d’acqua distante 100 metri dalla costa e 7 chilometri dalla città di Taranto. L’investimento complessivo dell’opera è stato stimato tra i 60 e gli 80 milioni di euro.

Su queste colonne abbiamo sempre espresso il nostro dissenso verso quest’opera, la cui realizzazione denunciammo inascoltati nell’agosto del 2012, in piena bufera Ilva, dopo che il 24 luglio 2012 il ministero dell’Ambiente pubblicò sul suo sito ufficiale il decreto con i pareri delle commissioni VIA e VAS, che davano il loro ok definitivo al progetto definito “di pubblica utilità”. Il nostro timore è che autorizzare un progetto del genere, rischia di esporre la rada di Mar Grande ad altre idee simili. Trasformando il bacino in questione in un enorme campo di pale eoliche in mezzo al mare. Per non parlare dei danni che subirebbero da un lato i delfini presenti in gran numero in quella zona di mare (non a caso sono diverse le prescrizioni in merito) ed i volatili che spesso a causa delle pale eoliche perdono del tutto il senso dell’orientamento.  Ancora una volta dunque, questa città rischia di subire un oltraggio alla sua bellezza ed alla sua storia. Infangata dall’inettitudine di un’intera classe politica, divorata dai famelici interessi economici dei soliti noti, trascurata dalla superficialità e dal disinteresse della gran parte della cittadinanza. Auguri.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 18.02.2014)

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2 thoughts on “Parco eolico a Taranto, ok definitivo del ministero delle Infrastrutture

  1. Leggo nelle righe del vostro discorso tutto il disappunto in merito al tema di questo parco eolico off-shore. Consentitemi di essere in contrasto con tale disappunto perchè è vero che le pale eoliche saranno infisse in mare ma non si tiene in conto la possibilità che per un paio d’anni potrebbe essere creata forza lavoro in una città dove purtroppo la disoccupazione inizia a crescere troppo. Tra l’altro non regge a parere mio nemmeno l’aspetto del paesaggio già fortemente deturpato dall’area ILVA e dagli insediamenti industriali presenti proprio nelle vicinanze del sito su cui sorgerà il parco. Siamo una città fortemente distrutta dall’inquinamento ed ora che questo progetto potrebbe essere da pilota verso la sensibilizzazione ai temi ambientali (perchè sempre di energia pulita si tratta) si fa tutto sto casino? io invece credo che il problema sia sempre lo stesso…e cioè che nessuno abbia “mangiato” quanto avrebbe voluto…

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