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Ex Baraccamenti Cattolica, le Officine Tarantine resistono

 TARANTO – I ragazzi delle Officine Tarantine si sono riappropriati degli ex Baraccamenti Cattolica. Il tutto è avvenuto dopo una mattinata intensa, che ha visto un vero e proprio dispiegamento di Forze dell’Ordine impegnate in un tentativo di sgombero della struttura. Ricordiamo che si tratta di beni di proprietà della Marina Militare, ceduti dal demanio in comodato temporaneo al Comune in attesa della cessione definitiva.

Intorno alle 12.20, il vecchio teatro – per troppo tempo abbandonato e persino rimosso dalla memoria collettiva – è tornato a fermentare. La resistenza dei ragazzi, supportata da cittadini di ogni età, sensibili alla problematica degli spazi negati alla cultura e alla socialità, è riuscita – finora – ad evitare lo sgombero.

“Un futuro migliore vogliamo. Di qui non ce ne andiamo”: questo il messaggio esposto sul tetto dopo il ritorno dei ragazzi nella struttura. Poi altri striscioni dal contenuto esplicito, come questo: “In quella fabbrica non ci vogliamo lavorare”.

Di altro – e non più di industrie inquinanti – vogliono vivere i giovani che da mesi hanno occupato gli ex Baraccamenti Cattolica.  Ce lo dicono per l’ennesima volta dopo averci nuovamente guidato all’interno della struttura.

Ci mostrano la cucina resa fruibile per tutti, l’officina destinata a diversi utilizzi, l’area che dovrebbe ospitare una biblioteca. Germogli di una Taranto diversa e creativa, che vuole emergere senza veleni e paraocchi.  In queste ore, le Officine Tarantine hanno deciso di dare vita ad un’assemblea permanente.  Alle 18, si terrà un incontro aperto alla cittadinanza durante il quale saranno forniti aggiornamenti. Vi invitiamo a leggere la cronaca.

 Alessandra Congedo

Cronaca di uno sgombero incompiuto

TARANTO – Alla fine di una lunga mattinata le forze dell’ordine non hanno eseguito lo sgombero del gruppo “Officine Tarantine”. I ragazzi, che da circa tre mesi occupano una parte degli ex Baraccamenti Cattolica, si adoperano per la riqualificazione di un’area lasciata all’incuria del tempo.

Ore 8.30 – Diverse auto della Polizia Municipale, furgoni della Polizia di Stato e macchine di Carabinieri e Guardia di Finanza arrivano davanti ai cancelli della grande area adibita a parcheggio antistante l’ingresso della struttura occupata.

Ore 9 –  Un capannello di cittadini si assiepa dinanzi al grande cancello che delimita l’area di parcheggio. All’ingresso una fila di poliziotti e finanzieri non permettono il passaggio.

Ore 9.15 – All’interno della struttura sono presenti un gruppo di circa 15 ragazzi delle “Officine” e alcuni dirigenti delle forze dell’ordine. La situazione, sia all’interno che all’esterno, rimane abbastanza tranquilla.

Ore 10 – All’esterno, chi esprime solidarietà ai ragazzi presenti nella vecchia struttura della Marina Militare, chiede a gran voce il documento che avalla l’intervento delle forze dell’ordine. In molti gridano che quello in corso è un controsenso, che la Polizia dovrebbe controllare altre situazioni e che il gruppo di giovani dovrebbe essere lasciato libero di esprimersi nel migliore dei modi. Si sollecita anche un incontro con un rappresentante dell’amministrazione comunale.

Ore 10.15 – Il consigliere Angelo Bonelli, arrivato da pochi minuti, chiede di entrare all’interno della struttura per rendersi conto della situazione e parlare con i ragazzi che la occupano.

Ore 10.30 –  L’avvocato Francesco Nevoli esce dalla struttura per parlare con chi dall’esterno non può accedere. «E’ in atto lo sgombero – chiarisce – perchè a fine novembre è stato redatto e notificato il documento di interdizione alla pubblica fruizione. Il provvedimento è stato firmato da Stefàno, giustificato da motivi di sicurezza. La prassi è diversa dagli ordinari sgomberi perchè i motivi sono diversi».

Ore 11.20 – La situazione si surriscalda. La gran parte dei cittadini presenti all’esterno del cancello che delimita l’area di parcheggio alza le mani come in segno di resa e cerca di superare il cordone delle forze dell’ordine. C’è contatto fisico tra le due parti. Il fronte della polizia prima arretra poi ritorna in posizione. La questione “Officine Tarantine” sembra la punta di un iceberg generato da disagio sociale, mancanza di lavoro, di centri culturali e luoghi di aggregazione per  i giovani.

Ore 11.45 – Dopo oltre dieci minuti di tensione uno sparuto gruppo di ragazzi riesce a superare la barriera formata dalle forze di polizia in assetto anti sommossa. Con loro entrano negli ex Baraccamenti Cattolica alcuni giornalisti.

Ore 11.50 – Il cordone di agenti riceve l’ordine di far entrare nella struttura tutti i cittadini presenti all’esterno. La tensione si allenta. I ragazzi delle “Officine” proclamano lo stato di assemblea permanente ed espongono due striscioni sul tetto della struttura: “Un futuro migliore vogliamo… Di qui non ce ne andiamo” e “In quella fabbrica non ci vogliamo lavorare”.

«Stamattina – spiega Alessio, uno dei portavoce – sono arrivati tanti agenti mentre noi eravamo pochi, circa una quindicina. All’interno tutto è stato affrontato con il dialogo, tranne in alcuni momenti. Da questa mattina non è venuto nessuno del Comune, tranne il consigliere Bonelli. Vorremmo dialogare con un rappresentante dell’amministrazione. Noi possiamo anche uscire da questa struttura ma il problema rimane: in questa città mancano spazi per i giovani».

Luca Caretta per InchiostroVerde

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