L’associazione ambientalista Legamjonici ha riproposto questi dati chiedendo alle istituzioni e agli organi deputati al controllo di fare chiarezza perche’ ”di fronte a valori cosi’ elevati di diossine e’ necessario dire la verita”’. Dei rischi correlati alle emissioni di diossina di origine industriale che possono contaminare anche il latte materno hanno parlato, nel corso di una conferenza stampa, la coordinatrice di Legamjonici Daniela Spera, la ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell’ Universita’ della Basilicata Giuliana Bianco e il Direttore Emerito di Neonatologia dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto Vincenzo Vitacco. ‘
‘Pur essendo i dati non rappresentativi dell’intera popolazione tarantina – sottolinea in una nota Spera – tuttavia risultano essere preoccupanti”. Benche’ l’organizzazione mondiale della sanita’ raccomandi comunque l’allattamento al seno, nel corso della conferenza stampa e’ stata sottolineata ”l’importanza di una corretta informazione sul contenuto di diossine nel latte e nell’organismo della mamma per consentirle di fare una scelta”. Lo stesso studio conclude che ”l’intervento preventivo piu’ efficace per evitare la contaminazione del latte materno e’ l’eliminazione di tali inquinanti dall’ambiente perche’ le diossine si assumono per via alimentare”. (ANSA)
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