Introducendo il proprio lavoro, ARPA ricorda che dal 2009 vengono monitorate le concentrazioni di benzo(a)pirene e di altri IPA nei tre siti denominati Machiavelli, Alto Adige e Talsano. Nel primo grafico della relazione, vengono riportate le medie mobili annuali di benzo(a)pirene dall’avvio del monitoraggio ad oggi. Dai risultati ottenuti “è evidente – si legge nel documento dell’ARPA – la diminuzione dei livelli di b(a)p nella stazione di Machiavelli, mentre per Alto Adige e Talsano le concentrazioni rimangono abbastanza omogenee”.
Inoltre, viene sottolineato nella relazione, nella stazione Machiavelli dal 2010 è in funzione l’analizzatore di di IPA totali “ECOCHEM mod. PAS 2000” che utilizza “il metodo della fotoionizzazione selettiva degli IPA totali, adsorbiti sulle superfici degli aerosol carboniosi aventi diametro aerodinamico compreso tra 0.01 e 1.5 μm”. E’ bene ricordare ancora una volta che il parametro relativo agli IPA totali in aria ambiente non è normato: il decreto legislativo 155/10, che disciplina la materia relativa alla qualità dell’aria, si riferisce infatti unicamente al benzo(a)pirene “adsorbito sulla frazione di particolato PM10, indicando un valore obiettivo annuale da non superare”. Un grafico successivo mostra invece il trend annuale delle concentrazioni di Ipa totali nella stazione Machiavelli. “Si nota un netto decremento dei valori nel 2013 rispetto agli anni precedenti che conferma la diminuzione di concentrazione rilevata con le misurazioni di BaP” si sottolinea nella relazione.
Dopo di che ARPA nella relazione ricorda che dal primo agosto 2013 “è attiva una rete di monitoraggio interna allo stabilimento ILVA composta da 6 stazioni”, una delle quali collocata nel quartiere Tamburi, in via Orsini (cosa ai più sconosciuta). Anche tale stazione è dotata di un analizzatore di IPA totali dello stesso modello installato nella centralina di via Machiavelli che, sin dalla sua installazione, “ha registrato concentrazioni superiori a quelle lette in quest’ultimo sito”.
Per verificare il corretto funzionamento di questi due analizzatori di IPA totali, ARPA ha effettuato delle misure in parallelo. In un primo momento è stato affiancato all’analizzatore di via Orsini un secondo analizzatore (anch’esso del tipo ECOCHEM PASS 2000) opportunamente tarato. A tal proposito nella relazione ARPA ha inserito il grafico che riporta le concentrazioni di IPA totali registrate nelle stazioni di Machiavelli e Orsini dai due analizzatori in parallelo (denominati Orsini e Orsini2).
“Si osserva – si legge nella relazione – come i due monitor installati a Orsini leggano concentrazioni sovrapponibili e superiori a quelle di Machiavelli”. Successivamente l’analizzatore denominato Orsini 2 è stato spostato nella stazione Machiavelli. Nel grafico successivo vengono riportare le concentrazioni registrate a Orsini e a Machiavelli dai 2 analizzatori in parallelo. Anche in questo caso i due analizzatori montati in parallelo a Machiavelli “leggono concentrazioni analoghe e costantemente inferiori a quelle registrate in via Orsini”.
Dopo aver fatto tutte queste verifiche, ARPA precisa innanzitutto che “gli analizzatori di IPA totali installati nelle stazioni di monitoraggio Machiavelli e Orsini (due aree del rione Tamburi a ridosso dell’Ilva) forniscono dati accurati”. Inoltre che le concentrazioni di IPA totali registrate in zona Machiavelli sono “costantemente inferiori a quelle di via Orsini, anche in ragione delle maggiori emissioni da traffico che interessano quest’ultimo sito”. Infine che nella stazione di monitoraggio Machiavelli, dal 2009 ad oggi, è stato registrato “un costante decremento delle concentrazioni di Idrocarburi policiclici aromatici, misurati sia come benzo(a)pirene assorbito sulla frazione di particolato Pm10 che come IPA totali misurato in continuo con lo strumento Ecochem Pass 200”.
Noi, ad inizio gennaio, ci eravamo inseriti nella polemica in corso tra l’ARPA e l’associazione ambientalista locale, sostenendo che registrare i valori totali degli IPA non avesse alcuna valenza ed evidenza scientifica: in pratica ciò che sostenemmo nella vicenda del codice 048 (sulla quale l’Associazione Epidemiologia Italiana dopo alcuni mesi ci dette ragione). Ma anche ad inizio gennaio, fummo bollati come complici e venduti attraverso sterili accuse ed attacchi isterici da parte di chi è accecato da un furore emotivo tutt’altro che positivo. Questi sono i risultati. Contenti voi. Auguri.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 08.02.2014)
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