Ilva, a Genova Cornigliano saranno liberati 100 mila mq
GENOVA – L’Ilva di Genova Cornigliano libererà 100.000 metri quadrati di aree non contigue. Si tratta, in particolare, di quattro aree, due verso levante, nei pressi del torrente Polcevera, e due verso ponente, vicine all’aeroporto Cristoforo Colombo. E’ quanto emerso dalla riunione che si è svolta oggi pomeriggio presso la Regione Liguria tra istituzioni locali, Autorità Portuale, Confindustria e azienda per approfondire il tema delle aree che l’Ilva di Cornigliano ha annunciato di essere disponibile a lasciare libere e su cui potrebbero insediarsi nuove attività.
Il sindaco di Genova, Marco Doria, ha spiegato che “il ragionamento sulle aree è parallelo e non alternativo al piano industriale annunciato dall’Ilva e che noi attendiamo di vedere. A fianco a questo piano industriale, c’è l’idea che le attività previste per il sito di Cornigliano potrebbero consentire un diverso utilizzo di alcune aree, che già oggi non sono funzionali all’attività siderurgica. Quelle aree, che oggi rientrano nella concessione dell’Ilva, potrebbero domani essere messe a disposizione di altre iniziative imprenditoriali. Abbiamo trovato da parte di Ilva una nuova disponibilità a ragionare su questo tema”. Per Confindustria, le aree indicate sono “interessanti” e “ci si può lavorare”. Secondo quanto affermato dal presidente, Giuseppe Zampini, poi, l’Associazione “è disponibile a fare un’opera di coordinamento con gli imprenditori associati e agevolare un’insediamento su queste aree. E’ necessario fare scelte precise e da lì partire con progetti chiari e compatibili per le aree che Ilva è disposta a liberare”. Tra le aziende che potrebbero essere interessate alle aree lasciate libere dall’Ilva, ci sarebbero Ansaldo Energia, di cui Zampini è amministratore delegato, e Iren. Secondo Zampini “è necessario considerare anche la presenza di eventuali vincoli, i costi di bonifica, la necessità di cambi di destinazione d’uso”. Circa il problema occupazionale annunciato dall’Ilva, che ha reso noto di non poter garantire in futuro gli attuali 1740 operai di Cornigliano, Zampini ha concluso che “l’equazione tout court tra aree liberate e rioccupazione è estremamente difficile da soddisfare”. (Agi)