senato1TARANTO –  La commissione Ambiente del Senato ha approvato nella mattinata di ieri, senza modifiche rispetto al testo arrivato dalla Camera, il decreto legge sull’Ilva e sulla Terra dei fuochi. Il provvedimento è stato poi inserito nel calendario dell’Aula di ieri pomeriggio, dopo la conclusione dell’esame del Ddl con la delega fiscale, che ha iniziato la discussione poco dopo le 18. Gli emendamenti presentati in commissione Ambiente infatti, ben 150, sono stati tutti respinti, ritirati, o trasformati in ordini del giorno, proprio per accelerare l’iter dal momento che il tempo per convertire in legge decreto scade il 9 febbraio (il Governo, presente con il sottosegretario all’Ambiente Marco Flavio Cirillo, aveva dapprima invitato al ritiro).

Aspetto quest’ultimo, che ha indispettito non poco alcuni senatori, che lasciando i lavori della commissione, hanno polemizzato in modo più o meno ironico sull’impossibilità di provare a modificare il testo. Alcuni hanno anche detto che si è trattato del “primo esperimento della proposta di riforma chiesta da Matteo Renzi” per l’abolizione del bicameralismo perfetto. Il relatore Sollo (Pd), illustrando il provvedimento ha dichiarato che Terra dei fuochi in Campania e area di Taranto in Puglia sono “simboli di omissioni ed errori”.

Uno degli ordini del giorno presentato, in commissione Ambiente al Senato, al decreto sulle emergenze ambientali ed industriali dal senatore Aldo Di Biagio di PI chiede, in sintesi, un impegno al governo per uno stop all’avvio di “nuove attività, come quelle di tipo ricettivo, sui territori potenzialmente caratterizzati dalla presenza di sostanze contaminanti”. Tra gli altri odg, la richiesta del relatore al provvedimento Pasquale Sollo del Pd di “limitare all’anno 2014 l’intervento delle Forze armate a presidio del territorio e di destinare le risorse eventualmente risparmiate alle amministrazioni locali” che vogliono realizzare “impianti di telerilevamento” per la prevenzione dello “smaltimento illecito dei rifiuti”.

Sempre del relatore la richiesta di ripristinare i Siti di interesse regionale come Siti di interesse nazionale (Sin). Per quanto riguarda l’area di Taranto in un odg si chiede l’impegno del governo a convocare nella città ionica una “procedura di consultazione e confronto delle proposte di riconversione e riqualificazione nell’area di crisi industriale complessa di Taranto” della durata di 24 mesi, con l’obiettivo di giungere ad una proposta di “pianificazione economica alternativa” rispettando ambiente e salute. C’è stato poi anche la richiesta di avviare “un programma per il monitoraggio della produzione di rifiuti ferrosi” e avviare “uno studio sul mercato nazionale dell’acciaio”. Oggi il Senato voterà e il decreto legge 136 diventerà legge. Ma come abbiamo ripetuto innumerevoli volte su queste colonne, la storia dell’Ilva è già segnata.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 5.2.2014)

 

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