Ilva, Mazzoni: “Governo e Ue devono farsi carico cortocircuito”
ROMA – Due giorni fa l’approvazione alla Camera dei Deputati della legge di conversione del decreto sull’Ilva, che apre all’aumento di capitale e accelera i tempi per il rilascio delle autorizzazioni per le operazioni di bonifica delle acciaerie di Taranto. Intanto, in città, le misurazioni rivelano che gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), che compongono la miscela cancerogena proveniente in gran parte dagli impianti Ilva, non sono diminuiti rispetto agli anni passati. Un dato confermato anche dalla perizia epidemiologic a, commissionata dal Gip di Taranto, che ha accertato un eccesso di mortalità pari a 30 decessi l’anno per le emissioni industriali. “La procedura d’ infrazione aperta dalla Commissione Europea serve ad accelerare i tempi di intervento e di risposta, o è la solita espressione dell’UE che giudica ma non collabora?” Questa la domanda che si è posta l’onorevole Erminia Mazzoni, presidente della Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, che ha presentato un’interrogazione scritta urgente alla Commissione Ue. “Le urgenze a Taranto sono: la bonifica delle aree, l’adeguamento degli impianti alle norme per la salvaguardia della salute e dell’ambiente, la prosecuzione del ciclo produttivo e soprattutto la salvaguardia dei livelli occupazionali” afferma l’eurodeputata. “Pretendere che tutto questo lo faccia la proprietà, privata peraltro delle risorse a seguito del sequestro disposto dall’autorità giudiziaria, è pura ipocrisia. Sottoscrivo il principio del “chi inquina paga”, fino a quando però non rischia di ritorcersi contro le vittime, i cittadini. Un corto circuito del quale si devono far carico governo italiano e commissione europea. L’uno con un decreto legislativo e l’altra con l’apertura di una procedura di infrazione, pensano di aver assolto ai propri doveri. Il problema non si risolve così. L’interrogazione che ho presentato invita la Commissione ad uscire dal burocratico e a fare qualcosa di più. Oggi approviamo in Aula a Strasburgo il nuovo piano per la Siderurgia in Europa, mentre tra regolamenti, principi e lacciuoli burocratici un territorio rischia di perdere salute, ambiente e lavoro!” (Agp)