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Uova, Fondo Antidiossina: nessun falso allarme

TARANTO“L’allarme lanciato lo scorso 8 gennaio dal Fondo Antidiossina sulla significativa presenza di diossine e pcb nelle uova di gallina prelevate da alcune masserie nell’agro di Martina Franca non era infondato”. Lo afferma Fabio Matacchiera, presidente dell’associazione ambientalista, in una nota stampa che riportiamo integralmente.

            Veniamo a sapere adesso che anche la Asl di Taranto, negli anni scorsi, aveva rilevato diverse criticità con vistosi superamenti non solo dei “valori di azione(1)”, ma anche dei “valori limite(2)”, fin oltre il 200%, come si evince dai rapporti di prova relativi ad alcune masserie di Crispiano e di Martina Franca, di cui il Fondo Antidiossina è venuto in possesso, dopo aver fatto formale  richiesta al Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto.

            Infatti, le uova delle galline allevate a terra,  acquistate dal Fondo Antidiossina presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca e successivamente inviate al centro specializzato e accreditato “R&C Lab s.r.l.” di Altavilla Vicentina, hanno evidenziato valori critici con riferimento ai limiti di azione. Tali esiti risultano estremamente interessanti proprio perché in essi spiccano le voci relative alle diossine, ai furani e ai pcb, in entità di gran lunga superiore ai valori di fondo che normalmente si attestano nel range 0,2- 0,5 pg/gr, contro i circa 0,5 – 0,9 pg/gr ritrovati dal Fondo Antidiossina.

            Le uova prelevate dalle tre masserie presentano quantitativi abbastanza lontani dai valori limite, ma non troppo lontani dai valori di azione. Interessante anche constatare che i valori più elevati di diossine e pcb si riscontrano nelle uova della masseria più vicina dall’area industriale. Infatti, nelle uova prelevate nella masseria a nord di Martina Franca, i valori di diossine e pcb sono risultati inferiori a quelli rilevati nelle uova provenienti dalle due masserie situate più in prossimità a Taranto.

            Come specificato, a questi dati conoscitivi del Fondo Antidiossina (già pubblicati nel comunicato stampa diffuso in data 8 gennaio scorso      http://www.fondoantidiossina.it/stampa/), questa volta, vanno aggiunti anche quelli ufficiali, acquisiti dalla nostra onlus e redatti dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e dell’Istituto  Zooprofilattico di Puglia e Basilicata.

            Tali dati ci permettono di sapere che il Dipartimento di Prevenzioni della Asl di Taranto, fino all’anno 2009, ha eseguito diversi campionamenti di uova di galline allevate a terra in alcune masserie della provincia di Taranto. Campionamenti che hanno evidenziato, nelle masserie di Crispiano e di Martina Franca, valori analitici di gran lunga superiore ai valori di azione ed ai valori limite di cui al Regolamento (UE) n. 1259/2011, in vigore dal 1° gennaio 2012, che aggiorna il Regolamento 1881/2006.

            Abbiamo, inoltre, appreso che il Dipartimento di Prevenzione della Asl, dal 2009 in poi, non avrebbe più effettuato controlli sistematici sulle masserie ubicate nella provincia di Taranto, nonostante si fossero evidenziate tali gravi criticità. Lo stesso dipartimento, invece, ci ha fatto sapere di aver effettuato numerosi campionamenti su uova di largo consumo provenienti dai grossi allevamenti intensivi (in batterie) di galline ovaiole sottoposte ad un regime alimentare controllato e, quindi, non a contatto con i terreni potenzialmente contaminati da microinquinanti contenuti nelle deposizioni atmosferiche. I risultati analitici ottenuti sarebbero  tutti negativi con valori di diossine e pcb molto bassi, a tal punto da  poter rassicurare  il consumatore.

            In altre parole, in questi ultimi anni, l’autorità sanitaria avrebbe deciso di mirare (fino a prova contraria!) solo al controllo dei grandi produttori e non a quello delle masserie prese singolarmente, in grado di produrre solo poche migliaia di uova all’anno, talvolta destinate unicamente all’autoconsumo. Le uova delle galline allevate a terra nelle masserie di Crispiano e Martina Franca sono risultate in molti casi positivi alla presenza di questi pericolosi congeneri,  tanto che la stessa ASL ne sconsigliò il consumo con  l’ordinanza del 4 gennaio 2013 (prot. 23/I.A.) a firma dei dirigenti del Dipartimento, dott. Teodoro Ripa e dott. Vito De Chirico

            La comprensione del fenomeno di diffusione di tali inquinanti consentirebbe di comprendere se al rischio sanitario rilevato su matrice alimentare possa essere associato un rischio ambientale su larga scala. In tal senso, le uova degli allevamenti a terra prodotte dalle galline ruspanti potrebbero essere considerate quali bioindicatori di potenziale inquinamento. In tal senso è auspicabile un supporto dell’organo tecnico regionale di controllo, ARPA Puglia, per la definizione di un piano di monitoraggio e controllo ambientale sanitario da attuare congiuntamente con la ASL Taranto finalizzato ad una efficace prevenzione primaria.

            In conclusione, siamo sempre più propensi a credere che la diffusione delle diossine e dei pcb, presumibilmente attraverso le emissioni industriali, stia sempre più interessando  le terre di Crispiano e di Martina Franca, come si evincerebbe  dalla significativa presenza di questi congeneri nelle uova delle galline ruspanti che si nutrono e beccano sulla terra. Occorre, pertanto, individuare ed interrompere  le fonti inquinanti, al fine di non creare irreversibili e gravi ripercussioni anche sul comparto zootecnico crispianese e martinese.

      (1) Valori di azione: impone ulteriori indagini e procedure di risanamento

(2)     Valori limite: vieta la commercializzazione del prodotto e ne obbliga la distruzione)

Per le uova limite di azione 1,75pg/gr per diossine e 1,75pg/gr per pcb; Valore limite 5pg/gr per diossine + pcb       

        

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