Economia, sotto accusa l’attuale modello predatorio

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TARANTO – «Quello tarantino non è un caso isolato: questa economia è escludente e non offre futuro, non pensa alle generazioni successive. Come l’Ilva, sfrutta fino alla fine per poi lasciare il nulla». Così Giovanni Novello ha concluso il suo intervento al secondo appuntamento di “Incontri per la Pace” tenutosi nell’istituto comprensivo “Leonida”. L’evento, organizzato dalle associazioni “Libera” e “Pax Christi”, è giunto alla 29° edizione e quest’anno ha come tema principale l’economia di pace.

Argomento dell’incontro di ieri, presentato dal referente territoriale di Pax Christi Pio Castagna, è stato l’assenza di etica nell’accumulo di ricchezze e di profitto, un tema particolarmente sentito in una realtà come quella tarantina. Partire dalla situazione della città dei due mari per ampliare il discorso a livello globale: esistono numerose realtà in tutto il mondo che risentono del modello economico attuale. «Ci sono – ha continuato Novello – tanti esempi di economia selvaggia e non semplicemente poco etica. Il grande sistema economico è basato sulla ferocia, basta vedere ciò che succede in Africa e in altri paesi poveri del mondo».

Ciò produce una disumanizzazione. «Crescono le disuguaglianze – ha evidenziato il rappresentante nazionale di Pax Christi -, esiste una cultura e una pratica dell’esclusione». In un panorama così complicato tutto sembra irreversibile tuttavia, ha spiegato il relatore, si può cambiare il corso degli eventi: iniziando con piccoli ma significativi gesti. «Noi – afferma – possiamo vigilare e disarmare l’economia attuale. Possiamo essere cittadini che cercano un’informazione critica, bisogna informarsi sui consumi quotidiani per non collaborare con quelle aziende non etiche». Piccoli passi da realizzare tutti insieme per generare un cambiamento. «Da soli – ha precisato – non si riesce a modificare un sistema produttivo. E’ necessaria la solidarietà tra cittadini, bisogna essere gruppo e imparare a consumare diversamente. Occorre essere capaci di uscire dall’idolatria di un’economia che genera disuguaglianze».

Oggi sembrano mancare punti fermi. «Bisogna essere più seri nel chiedere che l’economia abbia delle regole». Nel dibattito con il folto pubblico presente Novello ha sottolineato quanto possa essere importante approfondire la celebre teoria della decrescita ideata dal professor Serge Latouche. Con il suo insegnamento il filosofo ed economista francese ha spiegato al mondo intero che è possibile avere una riduzione controllata e volontaria della produzione economica e dei consumi con l’obiettivo di creare un equilibrio fra l’uomo e la natura e di equità fra gli esseri umani stessi. «Occorre – ha chiosato Novello – riprogettare il significato delle parole “sviluppo” e “prodotto interno lordo”(Pil). È necessario capire che il vecchio modello economico, quello dei nostri genitori, non ci sarà più».

Luca Caretta per InchiostroVerde

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