Ilva, nuovo dossier di Peacelink all’attenzione di Bruxelles

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Commissione-Europea-2PeaceLink ha consegnato stamane al Parlamento Europeo e alla Commissione le proprie ultime ricerche sulla questione dell’inquinamento cancerogeno a Taranto causato dagli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e sugli aggiornamenti in merito alla situazione dell’ILVA. Nei giorni scorsi il Sub-Commissario ILVA Ronchi aveva dichiarato non attendibili le rilevazioni di PeaceLink sugli IPA (vedere https://www.inchiostroverde.it/news/ilva-ipa-a-taranto-ronchi-dati-peacelink-non-attendibili.html ) da cui emergeva una mancata riduzione delle concentrazioni rispetto al periodo 2009-2010. PeaceLink ha evidenziato come il subcommissario Edo Ronchi cada in diverse contraddizioni e non sia in grado di replicare con altri dati, fornendo una complessiva sottovalutazione dei rischi e asserendo solo che “i dati riferiti da PeaceLink nella nota citata, rilevati con un apparecchio privato senza adeguate garanzie tecniche e metodologiche, non sono né attendibili, né confrontabili con quelli dell’ARPA”.

Nel comunicato diramato il 18 gennaio dal prof. Alessandro Marescotti, Presidente di Peacelink, e portato stamane al Parlamento ed alla Commissione Europea dalla dottoressa Antonia Battaglia, si indicava che le misurazioni effettuate sono state realizzate con lo stesso modello di analizzatore in dotazione ad ARPA e alla struttura di monitoraggio dell’aria dell’ILVA (Ecochem PAS 2000). “E’ quindi imbarazzante che il Sub-Commissario Ronchi affermi che l’analizzatore in questione non sia attendibile”, ha dichiarato Antonia Battaglia. Il Ministero dell’Ambiente ha scelto per il monitoraggio ambientale in continuo degli IPA proprio l’analizzatore Ecochem PAS 2000 che è utilizzato sia da ARPA, sia da ILVA sia da PeaceLink . “Se dunque ci sono in ILVA analizzatori di IPA dello stesso tipo a quelli usati da noi, non comprendiamo perché i nostri dati non sarebbero attendibili”, ha aggiunto Antonia Battaglia.

“Ronchi dovrebbe fare il suo mestiere – ha detto – e ricordare che, in quanto esponente delle istituzioni, il suo compito é quello di garantire il corretto funzionamento dello stabilimento ILVA di Taranto e quindi la protezione della popolazione, garantendo l’attendibilità del monitoraggio all’interno dello stabilimento. I dati rilevati all’interno della cokeria dell’ILVA risultano invece con concentrazioni di IPA inferiori rispetto al quartiere Tamburi. Siamo al paradosso”. “A Taranto si recita con grande serietà il teatro dell’assurdo”, ha sottolineato Antonia Battaglia che ha aggiunto: “Raccomandiamo al sub-commissario Ronchi di controllare l’affidabilità delle sue centraline all’interno dell’ILVA”. A colloquio con il Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, Onorevole Erminia Mazzoni, la dottoressa Antonia Battaglia ha illustrato i punti critici della situazione attuale di Taranto e quelli che potrebbero essere gli effetti di una nuova legge che potrebbe allungare i tempi di attuazione dell’attuale AIA riesaminata, prese in considerazioni le diverse e importanti criticità di cui PeaceLink si é fatta portavoce.

La questione delle emissioni, dell’attuazione dell’AIA e degli effetti del nuovo decreto legge che sarà convertito in legge entro l’8 febbraio prossimo, sono punti nevralgici della questione ILVA che restano, come numerosi altri, irrisolti. Il Governo continua a posporre a date future l’osservanza di prescrizioni autorizzative che avrebbbe già dovuto rispettare da tempo. Per sanare questa situazione la legge in approvazione al Parlamento italiano stabilisce che basta aver adempiuto all’80% delle prescrizioni AIA per essere a norma. “Se i carabinieri ti fermano, non puoi dire che la tua auto è a norma all’80%, invitando a non farci caso se ha i copertoni lisci e le luci posteriori che non funzionano”, annota Antonia Battaglia.

Nell’ambito della procedura di infrazione IP/13/866 del 26/09/2013 lanciata dalla Commissione Europea contro l’Italia per la questione ILVA, le emissioni e la responsabilità ambientale generale, PeaceLink, rappresentata da Antonia Battaglia, ha chiesto che le procedure di verifica della risposta del Governo italiano alla Commissione vengano accelerate, considerata la grave situazione in cui versa attualmente la città e la popolazione di Taranto. “I contatti con le istituzioni europee e con il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz continuano, e sono tesi a fornire elementi di verità e confutazioni a quanto sostiene il governo italiano in merito all’emergenza ambientale e sanitaria di Taranto”, dichiara Antonia Battaglia. In questo ambito di considerazioni, la rappresentante di PeaceLink ha discusso a Bruxelles il decreto legge 10 dicembre 2013 N.136, ancora in esame al Parlamento italiano.

I punti che maggiormente preoccupano la cittadinanza e le associazioni ambientaliste si riferiscono alla sospensione delle sanzioni per l’ILVA. Per quanto concerne la tempistica per l’attuazione dell’AIA, il piano ambientale che dovrebbe veder la luce entro febbraio 2014 manca ancora delle risorse certe. Quindi il Commissario potrebbe dover attendere fino alla fine del 2014 senza realizzare alcun intervento reale e sostanziale, in attesa quindi di sapere se i fondi della proprietà sotto sequestro possano essere utilizzati. Si pone una questione di costituzionalità in merito alla mancata realizzazione di quelle misure urgenti che avrebbero dovuto essere poste in essere con effetto immediato secondo la sentenza della Corte Costituzionale, la quale rimetteva nelle mani della magistratura il potere di risequestrare gli impianti se non fossero state tempestivamente attuate le prescrizioni AIA. Altra questione a cui si é accennato é la relazione redatta da ISPRA durante l’ultima ispezione di dicembre 2013, durante la quale si sono constatati superamenti del limite emissivo di polveri nei fumi definiti «vapori» innocui da un politico parantino. PeaceLink ha chiesto al Ministero dell’Ambiente la relazione completa dell’ultimo trimestre 2013, per verificare lo stato attuale della messa in opera delle prescrizioni AIA, l’avanzamento dei lavori e lo stato delle violazioni riscontrate da ISPRA durante i trimestri precedenti.

Infine è stato evidenziato come – stando ai dati di Greenpeace 2012 – l’Ilva di Taranto con 19,7 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica (considerando gli impianti siderurgici più le centrali termoelettriche collegate, queste ultime contribuiscono per 7,5 milioni di tonnellate annue) costituisce la prima fonte emissiva in Italia per gas climalteranti che provocano effetto serra. Al secondo posto vi è la centrale Enel di Brindisi sud con 12,2 milioni di tonnellate e al terzo quella di Torrevaldaliga nord (Civitavecchia) con 10,4 milioni di tonnellate. PeaceLink ha evidenziato che con questi volumi emissivi non è possibile effettuare i tagli che l’Europa auspica per contenere l’effetto serra. Antonia Battaglia ha ringraziato l’eroparlamentare on. Erminia Mazzoni per la disponibilità e l’attenazione dimostrata verso la questione dell’inquinamento ILVA a Taranto.

 Comunicato a cura di

 Alessandro Marescotti

Luciano Manna

Antonia Battaglia

http://www.peacelink.it

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