«Io non ho intenzione di fare del carcere preventivo, in Italia ci tornerò e andrò in carcere se verrò condannato». E’ quanto avrebbe dichiarato Fabio Riva, vice presidente dell’Ilva, ad una troupe di Report nei giorni scorsi. Com’è noto, Riva si trovava a Londra quando la magistratura ionica fece partire la richiesta di arresto nei suoi confronti. Ma come ha trascorso gli ultimi quattordici mesi? “A studiarmi le carte – ha detto – e guardi la qualità dell’aria a Taranto è migliore che a Milano in Via Senato, perché la storia è cambiata negli ultimi tempi, avesse visto cos’era anni fa!”. I suoi legali, nel corso dell’udienza per l’estradizione, hanno presentato una perizia sullo stato delle carceri italiane e sulla legislazione che prevede la carcerazione preventiva e chiesto lo status di rifugiato, in quanto si sarebbe al cospetto di un «processo ideologico». E cosa accadrà se i giudici non accetteranno le sue richieste? «Probabilmente si farà ricorso», ha risposto. Semplice, no? E intanto il tempo passa e anche la giustizia inglese, il cui verdetto è atteso per fine febbraio, procede lenta.
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/ambiente/estradizione-fabio-riva/534c14e8-7eff-11e3-a051-6ffe94d9e387.shtml