Cementir, oggi vertice in Regione
BARI – Verificare se la fermata dell’area a caldo della Cementir di Taranto, cominciata dagli inizi di gennaio, sia una misura temporanea oppure preluda al ridimensionamento dello stabilimento. E’ uno degli obiettivi che si pone l’incontro odierno in programma alla Regione, a Bari, tra esponenti del governo regionale pugliese (gli assessori al Lavoro, Leo Caroli, e allo Sviluppo economico, Loredana Capone), la società che fa capo al gruppo Caltagirone e i sindacati dei lavoratori edili. Con lo stop dell’area a caldo, nella Cementir è in funzione solo l’impianto di macinazione e se questa fermata fosse confermata diventando definitiva, l’occupazione rischia di dimezzarsi: da 98 a 42 addetti.
La Cementir aveva presentato anni addietro il piano di investimenti “Nuova Taranto”, dall’importo di 175 milioni, con l’obiettivo di ammodernare lo stabilimento costruito agli inizi degli anni ‘60 con l’avvento dell’allora Italsider di Stato. In seguito, il piano è stato fermato dalla società per due fattori: la crisi di mercato del cemento e le incertezze progressivamente sviluppatesi sul fronte Ilva, considerato che la Cementir acquisisce dal sidururgico la loppa d’altoforno, un sottoprodotto che serve alla produzione del cemento. I sindacati ora rilanciano questo piano e sostengono che la Cementir a Taranto ha tutti gli spazi per svilupparsi. Inoltre, rilevano ancora i sindacati, i nuovi investimenti sono necessari non solo al rilancio competitivo dello stabilimento ma anche al miglioramento del suo impatto ambientale. Per esprimere il loro dissenso contro la decisione aziendale di bloccare l’attività dell’area a caldo, i sindacati degli edili hanno tenuto per diversi giorni, nella scorsa settimana, un presidio di protesta all’ingresso dello stabilimento.