parlamentoIl decreto sulle emergenze ambientali e industriali, cosìddetto “Terra dei Fuochi” (ma che dispone anche sull’Ilva), andrà in Aula alla Camera martedì 14 gennaio. La decisione – secondo quanto si apprende – è giunta ieri mattina. Nella serata di giovedì infatti, la conferenza dei capigruppo aveva invece deciso l’avvio della discussione generale per lunedì 13 gennaio. La commissione Ambiente della Camera, dove il provvedimento è all’esame, aveva chiesto infatti 24 ore in più al governo (che però sembra volesse spingere per un’accelerazione) per una valutazione più organica degli emendamenti presentati (oltre 350), per effettuare un lavoro di sintesi ed offrire un aiuto anche alla successiva discussione a Palazzo Madama. Nel fine settimana perciò, come detto dal presidente della commissione Ermete Realacci, sarà compiuto un approfondimento sui temi toccati dalle proposte di modifica; e lunedì mattina si passerà al voto degli emendamenti.

Circa 280 quelli rimasti sul tavolo della Commissione dopo le dichiarazioni di inammissibilità, molte delle quali riguardano emendamenti relativi ad altre emergenze ambientali. Una scelta condivisa anche dal ministro Orlando che ha ricordato come il decreto non sia destinato “a fronteggiare tutte le emergenze ambientali e industriali presenti sul territorio nazionale, ma solo quelle specificamente indicate nel testo”. Orlando ha comunque confermato la disponibilità del Governo a valutare le proposte di natura generale all’interno del collegato ambientale che il Governo sta per presentare alle Camere o in occasione dell’esame in Aula della riforma dei reati ambientali che a breve dovrebbe essere approvata dalla Commissione Giustizia. Una ventina gli emendamenti cui il relatore Bratti (Pd) e Governo hanno dato parere favorevole.

Tra queste dovrebbe esserci anche il programma di screening gratuito per i cittadini dei territori interessati dal decreto, richiesto dalla Commissione Affari sociali, una proposta del comitato “Cittadini Liberi e Pensanti”. Dovrebbero dunque essere previsti degli esami “ulteriori rispetto a quelli contemplati dalla ordinaria attività di prevenzione”. Sempre in merito all’art. 12 del decreto sull’Ilva, si dovrebbe stabilire che la progressiva adozione delle misure previste dall’AIA sarà rispettata solo quando la qualità dell’aria nella zona esterna allo stabilimento rientrerà nei parametri di legge e non semplicemente se non ci sarà un peggioramento rispetto all’inizio della gestione commissariale. Se nelle attività di scavo verranno poi trovati dei rifiuti, o se il fondo scavo presenterà valori superiori alla soglia di contaminazione, il commissario straordinario non dovrà più darne comunicazione all’ARPA, ma potrà intervenire direttamente.

Gli altri emendamenti che hanno avuto l’ok di relatore e Governo prevedono: il coinvolgimento di università ed enti di ricerca nella mappatura dei terreni agricoli della Regione Campania; la pubblicazione dei risultati dell’indagine sui siti dei Ministeri interessati e della Regione Campania; l’indicazione con apposita segnaletica e il controllo periodico e sistematico del Corpo Forestale sui terreni riconosciuti come inquinati e quindi dichiarati inidonei alla produzione agroalimentare. Si dovrebbe poi stabilire che il monitoraggio di questi terreni riguarderà anche le radiazioni nucleari e dovrebbe essere prevista una relazione semestrale al Parlamento sullo stato di avanzamento dei lavori e sul rendiconto delle risorse finanziarie impiegate e di quelle ancora disponibili per i lavori di bonifica e messa in sicurezza dei siti inquinati. Quanto al reato di combustione illecita di rifiuti, si dovrebbe precisare che il colpevole è tenuto anche al ripristino dello stato dei luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento delle spese per la bonifica; che nel caso in cui l’attività sia commessa da un’impresa, il titolare sarà responsabile anche per omesso controllo sull’operato degli autori materiali dei delitti.

Infine, la persona estranea al reato proprietaria del mezzo di trasporto utilizzato per commetterlo non dovrà più dimostrare che l’uso è avvenuto a sua insaputa o per sua colpa. Sarà possibile nominare commissari straordinari per il rischio idrogeologico fino al 31 dicembre 2014 (un anno in meno di quanto previsto dal decreto); il personale degli enti di cui i commissari possono avvalersi, indicati nei decreti di nomina (il decreto fa invece riferimento a Comuni, Regioni, provveditorati interregionali delle opere pubbliche e Anas) potrà contare non solo sul rimborso spese, ma anche sul pagamento degli straordinari e di eventuali incentivi previsti dalla legge a favore dei dipendenti pubblici.

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