INDIFFERENZA – Nella pellicola emerge anche uno tra i sentimenti più diffusi del cittadino medio ionico: il disinteresse. «Purtroppo – continua l’attore e regista – siamo stati “costretti” alla convivenza con questo mostro. Quando si convive con un problema, ad un certo punto, per vivere meglio, si inizia a pensare che questa difficoltà non esiste più. Si acquisisce un’indifferenza rispetto a quello che stiamo vivendo per salvaguardarci psicologicamente. Questa è una reazione negativa, che non porta a nulla. Oggi, però, le cose stanno cambiando».
SPERANZA – La fiducia nel futuro arriva dalla generazione di trentenni che rimangono nella città bimare e che la vogliono “risvegliare” dal torpore in cui è sprofondata tempo fa. «Ci sono tante persone, gruppi, comitati che agiscono sul territorio. Io ho scritto questo film due anni e mezzo fa quando tutto questo non esisteva. Adesso le cose sono cambiate». Probabilmente non esiste una sola “ricetta” per far uscire Taranto “dalle corde” ma per Simonetti«ognuno di noi, nel suo piccolo, dovrebbe fare qualcosa: letture, spettacoli, intrattenimento e scambio culturale. E’ necessario smuovere la situazione senza delegare: bisogna darsi da fare. Quando ho scritto questo film ho sentito il bisogno di fare qualcosa per la mia città».
Luca Caretta per InchiostroVerde
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