TARANTO – Questa mattina è tornata a riunirsi nella sede della caserma dei Vigili del Fuoco, la Cabina di regia per le bonifiche del Sin di Taranto e Statte, presieduta dal commissario straordinario Alfio Pini. Una riunione che è servita a fare il punto della situazione sui vari interventi previsti. Dopo la comunicazione dei giorni scorsi dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Taranto Francesco Cosa, che ha annunciato la pubblicazione del bando e di tutti gli atti di gara per l’appalto del progetto esecutivo di bonifica dei suoli finalizzato ad annullare il rischio sanitario relativo alle aree del Sotto-progetto 4 del quartiere Tamburi, aree verdi e non pavimentate e che l’appalto per l’esecuzione del piano delle indagini integrative sulla falda sotterranea è già stato oggetto di separato appalto, per cui è intervenuta aggiudicazione definitiva da parte del Comune di Taranto con imminente consegna dei lavori, lo Slai cobas per il sindacato di classe ed i Disoccupati Organizzati chiedono che “il Comune impegni le ditte vincitrici degli appalti a fare questi lavori assumendo disoccupati di Taranto, a partire da quelli proprio del quartiere Tamburi”.
Perché, si legge in una nota a firma di Margherita Calderazzi per lo Slai Cobas, “ripetiamo ancora una volta, a Taranto si muore ma senza lavoro non si mangia; perché nella nostra città e soprattutto nei quartieri più disagiati, come i Tamburi, devono andare di pari passo l’emergenza ambiente/salute e l’emergenza lavoro (che fa altrettanti danni alla salute e alla vita). Questa realtà richiede, quindi, una clausola sociale negli appalti pubblici dei lavori di bonifica che risponda al dramma di una disoccupazione che ha superato a Taranto il 40%. A chi obietta che per questi lavori di bonifica occorrono operai qualificati e specializzati, noi diciamo: primo, che sempre in questi cantieri una parte di lavori sono anche di manovalanza; secondo, che siano organizzati subito corsi di formazione ad hoc, retribuiti e finalizzati all’occupazione in questi lavori”. Richieste che saranno ribadite nella nuova mobilitazione che si terrà il 20 gennaio a Palazzo di Città.
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