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Ricordiamo che la stessa onlus, nel gennaio 2011, fu la prima a lanciare l’allarme “cozze alla diossina” del Mar Piccolo, che ha comportato tutta una serie di restrizioni riguardanti l’allevamento e la commercializzazione di quei mitili in alcune aree del mare di Taranto. Desideriamo anche ricordare che il Fondo Antidiossina, negli anni passati, ha provveduto a far analizzare il latte materno di alcune mamme di Taranto, riscontrando, in alcuni casi, anche la presenza rilevante di diossine e pcb (dioxin like), fino al valore impressionante di 39,90 pg/gr lipo (40 picogrammi/grammo su materia grassa). Il latte vaccino, quello di mucca per intenderci, che noi adulti beviamo e acquistiamo presso i negozi di alimentari, non può superare il limite di 6 pg/gr di diossine e pcb (dioxin like) su materia grassa, per non essere sottoposto a immediata distruzione perchè, superato quel valore, il latte viene considerato nocivo alla salute. Nel giugno 2010, la stessa associazione ha provveduto a far analizzare anche le lumache di terra (Helix aspersa), prelevate nelle campagne situate in prossimità del famigerato quartiere Tamburi di Taranto e dell’acciaieria Ilva. Nel grasso delle chiocciole di terra si rilevarono 27,65 pg/gr di diossine e pcb dioxine like. Per fare un paragone, basandoci sulla normativa europea vigente dal 2006, il limite previsto, per la presenza dei due inquinanti, sui bovini e ovini è di 4,5 pg/gr (limite di azione 1,75 pg/gr) sul pollame di 4 picogrammi (limite di azione 1,75 pg/gr); sui suini 1,5 picogrammi (limite di azione 0,50 pg/gr). Nelle lumache non vi è limite poichè non è alimento di largo consumo, ma il valore di 27,65 pg/gr è davvero impressionante e deve fare meditare molto (vi invitiamo a ricercare sul web “lumache alla diossina”).
Ritornando adesso ai rapporti di prova delle uova martinesi e, volendo interpretare i risultati acquisiti dei campioni in oggetto, possiamo rilevare che le quantità dei pcb diossine simili e le stesse diossine e furani, ritrovate in detti campioni, rappresentano una criticità che merita ulteriori approfondimenti, pur ribadendo che le analisi del Fondo Antidiossina sono solo di tipo conoscitivo e che quelle ufficiali spettano agli organi sanitari preposti.
Si evince che:
a) nel campione della “masseria 1” viene riscontrato un valore di PCB Dioxine Like di ben 0,87 pg/gr su materia grassa (circa il 50% del valore “limite di azione” che è di 1,75 pg/gr, secondo le nuove normative) e un valore di PCDD E PCDF (Policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) anch’esso di 0,87 pg/gr (circa il 50% del valore “limite di azione” che anche in questo caso è di 1,75 pg/gr);
b) nel campione della “masseria 2” viene riscontrato un valore di PCB Dioxine Like di ben 0,83 pg/gr su materia grassa (circa il 50% del valore “limite di azione” che è di 1,75 pg/gr) e un valore di PCDD E PCDF (Policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) di 0,47pg/gr (circa il 27% del valore “limite di azione”);
c) nel campione della “masseria 3” viene riscontrato un valore di PCB Dioxine Like di ben 0.84 pg/gr su materia grassa (circa il 50% del valore “limite di azione” di 1,75 pg/gr lipidi) e un valore di PCDD E PCDF (Policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani) di 0,22 pg/gr lipidi (circa il 12% del valore “limite di azione”).
Nonostante i valori riscontrati dalle analisi commissionate dal Fondo Antidiossina si attestino al di sotto dei valori limite di legge e, pertanto, tali alimenti possono essere liberamente commercializzati e consumati, ci sentiamo in dovere di chiedere alle autorità sanitarie di incentivare i controlli su tali alimenti poichè dalla letteratura scientifica si evince che i valori accettabili di fondo, per questi inquinanti, si attestano normalmente nel range 0,2 – 0,5 pg/gr, quindi abbastanza inferiori a quelli riscontrati nei campioni in oggetto. In altre parole, le autorità cerchino di rilevare in tempi brevi le origini di queste sostanze e la loro provenienza che, come si vede dai risultati analitici, si accumulano anche nelle uova e negli animali, raggiungendo livelli che non possono far fare sonni tranquilli agli allevatori e agli stessi consumatori.
Nè si può escludere che in altre aree limitrofe del martinese, distanti anche oltre i 20 km dal polo industriale jonico, questi congeneri si siano accumulati o si accumuleranno nel prossimo futuro nella sostanza organica animale in quantità maggiori, tali da raggiungere e superare i limiti di legge.
Alleghiamo link su regolamento comunitario limiti di azione
http://eur-lex.europa.eu/
Nota stampa di Fabio Matacchiera (presidente Fondo Antidiossina Taranto)
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