Chi inquina paga?
Lo stesso commissario straordinario dell’ILVA, Enrico Bondi , dopo aver dichiarato che lo Stato non detiene attualmente le risorse per l’attuazione del risanamento dello stabilimento, ammette implicitamente che l’ILVA non ha la disponibilità economica di quei circa 500 mln di euro da lui richiesti come risarcimento , avendo già la stessa provveduto a svuotare le proprie casse ricorrendo ad una azione di scorporazione della proprietà e mettendo al sicuro i propri guadagni nei già noti paradisi fiscali.
Chi inquina paga ?
Nel cosiddetto decreto “Terra dei fuochi” , lo Stato autorizza , in caso di inadempienza dei Riva, la disponibilità da parte di Bondi dei 2 mld di euro sequestrati dal Tribunale di Milano, che sancisce anche la definitiva sottrazione alla famiglia bresciana nell’evenienza di un proscioglimento del processo penale.Ipotesi questa che sembrerebbe soddisfare le nostre più rosee aspettative, peccato che lo stesso Bondi non ci creda, avendo ipotizzato prima un ricorso al Fondo strategico italiano presso la Cassa Depositi e Prestiti e ad un aumento di capitale poi. In entrambi i casi, comunque, non ci sarebbe attuazione del principio “ Chi inquina paga” e, cosa ancor più grave, si tratta di fondi destinati al risanamento non certo alle bonifiche.
Allo stato attuale, di certo , sappiamo che per le bonifiche sono stati stanziati solo 119 mln di euro, somma irrisoria anche agli occhi di uno sprovveduto di fronte all’immane tragedia della nostra città e che dovrebbero essere utilizzati ancor prima che vengano interrotte l’emissioni inquinanti. Ancora una volta, nelle preoccupazioni del nostro Governo e con somma soddisfazione dei nostri esponenti locali, si fa riferimento alla salvaguardia della produzione non certo alla salvaguardia dell’ambiente e della salute,al contrario di quanto essi affermano. E così, mentre l’ILVA FINO AL 2017 POTRA’ CONTINUARE A PRODURRE SENZA LIMITARE IL LIVELLO DI EMISSIONI, i cittadini di Taranto continueranno ad ammalarsi e a morire. Viene spontaneo il paragone tra le dichiarazioni dei nostri e quelle del Cardinale Sepe, Arcivescovo di Napoli:”Non si può attendere e vedere cosa succederà tra un mese, perché ogni giorno che passa è un ulteriore avvelenamento e quindi pericolo e cause di malattie per i nostri giovani, anziani, per tutti”.
Altro che plausi ed encomi. Dai nostri rappresentanti locali ci saremmo aspettati richieste chiare e forti di risarcimento per questa città, prostrata e ridotta alla fame da una politica volutamente miope, che ha distrutto le tradizionali risorse economiche di un territorio basato su agricoltura, allevamento,pesca e commercio ed ha reso quasi impossibile una prospettiva di una rinascita futura. Dai nostri rappresentanti ci saremmo aspettati la pretesa che una città ,così importante per il PIL nazionale, avesse adeguate infrastrutture , collegamenti autostradali, ferroviari , aeroportuali, che la presenza della Marina prima e delle imponenti realtà industriali comportassero non solo inquinamento ma Accademia Navale, Università prestigiosa, Centri di Ricerca altamente specializzati, realtà ospedaliere di eccellenza . Ed invece? Dai nostri prodi solo tanti grazie e piena soddisfazione .
Paradossalmente sono quasi solo i non tarantini ad avere a cuore le sorti e il futuro della nostra città e così le nostre giuste rivendicazioni vengono portate avanti da giornalisti del calibro di Sandra Amurri, Milena Gabanelli, Alessandro Sortino, Marco Travaglio, Adriano Sofri mentre i nostri amici del PD rimangono sempre in silenzio, questo sì assordante, perfino quando ancora una volta il solito disinformato politico di turno pontifica che la colpa è dei Tarantini che hanno costruito un quartiere a ridosso della fabbrica. C’è molta amarezza in noi e ci chiediamo perché un “ non Tarantino” Angelo Bonelli, con coraggio e determinazione , a discapito della sua vita politica, porta avanti le nostre istanze con iniziative concrete come quella dell’invio ai gruppi parlamentari su ILVA di una serie di emendamenti al decreto tanto osannato, fra i quali si chiede l’istituzione di una no Tax area , risarcimento con parte delle somme sequestrate agli allevatori , agli agricoltori e ai mitilicoltori, leggi speciali per i dipendenti del polo siderurgico.
Questo ci saremmo aspettato da rappresentanti tarantini , che fossero almeno una volta portavoce dei propri elettori e non del governo centrale o della segreteria di partito ma, si sa, leoni non si nasce e allora li invitiamo ad uscire una volta tanto dalle logiche di partito e a procedere ad una seria disamina circa la reale convenienza economica di risanare una fabbrica vetusta ed obsoleta, analizzando seriamente costi e concrete possibilità di un futuro dell’acciaio nazionale in un mercato europeo e soprattutto mondiale.
Vittoria Orlando – Movimento civico “Taranto Respira”
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