TARANTO – L’inquinamento dello stabilimento Ilva non ha causato la malattia denunciata. E il mancato ampliamento delle collinette ecologiche da parte di Comune e Provincia di Taranto non ha influito sulla situazione ambientale del rione Tamburi. Lo dice in una sentenza il Tribunale civile di Taranto (presidente Pietro Genoviva) che ha rigettato sia la richiesta di una donna, residente ai Tamburi, che aveva fatto causa all’Ilva per la sua malattia e chiesto un risarcimento danni, sia la chiamata in causa degli enti locali da parte dell’ex direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso, coinvolto nella vicenda insieme all’ex presidente della societa’, Emilio Riva. Nella denuncia al Tribunale di Taranto finalizzata ad ottenere un risarcimento per la malattia contratta, la donna aveva evidenziato che “dopo aver respirato sin da piccola tutte le grandissime quantita’ e varieta’ di sostanze chimiche e minerali emesse dall’Ilva, si ritrovava affetta da una grave malattia totalmente invalidante”. La perizia medico-legale disposta dal giudice ha invece accertato che la patologia che dal 2004 ha colpito la donna, e’ “di origine autoimmune e quindi del tutto non correlabile con sostanze in ipotesi anche nocive e/o inquinanti provenienti dallo stabilimento Ilva ed in genere con esposizioni a polveri e gas di provenienza industriale”. Inoltre, si legge nella sentenza, la patologia denunciata “non e’ nemmeno astrattamente correlabile con le sostanze ritrovate nell’esame del capello e delle urine effettuate nel giugno 2011 e giudicate peraltro scarsamente attendibili, specie per quanto riguarda i rilevati valori dell’arsenio che, se reali, sarebbero stati esiziali per qualunque essere umano”. (AGI)