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Ilva, messa in sicurezza della falda: un progetto per niente “definitivo”

TARANTO – Una Conferenza dei Servizi importante, passata sotto silenzio. Un po’ com’è capitato per la Cabina di Regia sulle bonifiche, convocata per ieri nella caserma dei Vigili del Fuoco, poi rinviata a domani, senza che nessuna istituzione sentisse il bisogno di informare gli organi di stampa.  Alla faccia della trasparenza. Oggi pomeriggio, presso la Direzione Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche del Ministero dell’Ambiente, è stata convocata una riunione “istruttoria” con il seguente ordine del giorno: Progetto definitivo di messa in sicurezza d’emergenza della falda in area Parchi Primari e Parco Loppa, trasmesso da Ilva Spa il 26 novembre 2013 e acquisito nel giro di pochi giorni (27 novembre) dal Ministero dell’Ambiente. Convocati, tra gli altri, Regione Puglia, Comuni di Statte e Taranto, organizzazioni sindacali, Arpa Puglia, Asl Taranto, Peacelink e Wwf Italia.

In realtà, il progetto non si è rivelato per nulla definitivo. Tanto è vero che la Conferenza dei Servizi ha ritenuto necessario procedere con ulteriori approfondimenti. Entro tre mesi l’Ilva dovrà effettuare la caratterizzazione dell’area. Alla luce di quei risultati, quindi, si dovrà rimodulare il progetto presentato da Ilva e Invitalia Attività Produttive Spa,  società di ingegneria del Gruppo Invitalia con sede a Roma.

InchiostroVerde è in grado di fornire in esclusiva i dettagli del progetto – messo oggi in standby – che prevede la realizzazione di una barriera idraulica con diaframma plastico e pannelli in cemento e bentonite su tre lati di un quadrilatero che include il Parco Fossili e Minerali e il Parco Loppa. Il lato libero, che vedete in rosso nella foto, è quelllo di arrivo del flusso idraulico sotterraneo. La barriera si sviluppa per circa 2.740 metri, con profondità variabili da 6 a 12 metri.

Il progetto prevede la realizzazione di  vasche per la raccolta delle acque e l’eventuale ricorso a trincee drenanti. Va considerato che gli studi idrogeologici dell’area in questione evidenziano una “macrodirezione” del flusso idraulico diretto verso il mar Piccolo. L’intervento – che dovrebbe impedire un’ulteriore contaminazione di quello specchio d’acqua già provato da decenni di inquinamento – è stato sviluppato per ottemperare alle procedure di bonifica necessarie per l’intervento di copertura dei parchi materie prime.

GESTIONE DELLE ACQUE RACCOLTE – Il progetto di Invitalia ha considerato diverse modalità tecniche di riutilizzo e trattamento delle acque di prima falda dell’area parchi. Se queste risulteranno conformi alla CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione), potranno essere riutilizzate direttamente nel ciclo produttivo; in caso contrario, se dovessero emergere superamenti della CSC, le acque andranno deviate, senza soluzione di continuità, ad un apposito impianto di trattamento.

CRONOPROGRAMMA – Il progetto prevede il possibile utilizzo di due squadre che dovrebbero operare in parallelo. La durata complessiva è stimata intorno a 240 giorni naturali e consecutivi.

COSTO – Il costo complessivo ammonta a 5.850.000 euro. Nel caso di realizzazione anche della trincea drenante, si arriverebbe ad un importo di 7.945.000.

SMALTIMENTO – Per quanto concerne la gestione delle terre/rocce e dei rifiuti lo smaltimento avverrebbe in discariche esterne. Nel caso in cui, invece, si potesse utlizzare una discarica interna al sito, si otterrebbero economie di circa 800.000 euro per le opere civili relative al diaframma plastico e di 300.000 euro per le opere civili connesse all’eventuale trincea drenante.

Questa la sintesi del progetto che avrebbe incontrato l’interesse del sub commmissario Ilva Edo Ronchi. Nei prossimi mesi – al termine dell’attività di caratterizzazione – sapremo se e come sarà rimodulato.  In base a quanto ci riferiscono fonti ben informate, il progetto non presentava fondamenta abbastanza solide. Insomma, si trattava più che altro di un’ipotesi di lavoro. La questione è estremamente delicata. La messa in sicurezza della falda sotto i parchi minerali va integrata con le altre attività di messa in sicurezza della falda di competenza della Cabina di Regia sulle bonifiche del Sin di Taranto e Statte. Il rischio che si profila all’orizzonte è serio: affidarsi a interventi improvvisati e controproducenti. Un errore madornale che nessuno si può concedere.

Alessandra Congedo

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