TARANTO – Le attività di ricerca di idrocarburi in mare e le eventuali successive fasi di trivellazione sono in grado di creare danni irreversibili agli apparati uditivi dei cetacei presenti nel mar Jonio settentrionale, anche a decine di chilometri, arrivando anche a provocarne la morte. Lo ha sottolineato Carmelo Fanizza, presidente della Jonian Dolphin Conservation (JDC), associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio dei cetacei del Golfo di Taranto nel Mar Ionio Settentrionale che ha elaborato un documento sull’argomento, consegnato oggi al sindaco di Taranto Ippazio Stefa’no per condividerlo con la comunita’ e intraprendere eventuali iniziative contro le possibili trivellazioni in Mar Jonio. Secondo quanto risulta all’associazione JDC, sono gia’ dieci le richieste che diverse aziende petrolifere hanno avanzato agli organi competenti per essere autorizzate alla ricerca di idrocarburi in un’ampia area del Mar Jonio settentrionale che, con una superficie totale di 5.041 chilometri quadrati, interessa il litorale di sessanta comuni di tre regioni: Puglia, Basilicata e Calabria. ”C’e’ un’ampia letteratura scientifica prodotta a livello mondiale da prestigiosi Istituti di ricerca – ha fatto presente Fanizza – che hanno analizzato gli effetti che potrebbero avere sui cetacei presenti nel Mar Jonio le attivita’ di ricerca di idrocarburi in mare, in particolare con tecnologie basate sulla emissione di onde acustiche ad elevata energia”.(ANSA)