Greenpeace, allo stadio di Napoli striscione che chiede giustizia per Cristian
NAPOLI – Ieri sera, durante la partita Napoli-Arsenal allo stadio San Paolo di Napoli, Greenpeace ha chiesto a Gazprom – sponsor principale della Champions League – di abbandonare i piani di trivellazione nell’Artico. Davanti a migliaia di tifosi, gli attivisti di Greenpeace hanno aperto dal tetto dello stadio un primo striscione con il messaggio “Giustizia per Cristian”, mentre al di fuori dello stadio – di fronte all’ingresso – altri attivisti ne hanno aperto un altro con scritto “Gazprom quit the Arctic” (Gazprom abbandona l’Artico). Greenpeace ha chiesto così il proscioglimento di Cristian D’Alessandro e degli altri Arctic30, tuttora accusati di vandalismo (un reato che prevede fino a 7 anni di carcere) per aver dimostrato pacificamente in acque internazionali contro i pericolosi piani di Gazprom di trivellare nell’Artico.
“Non possiamo permettere che comincino le trivellazioni nell’Artico, ormai manca poco e bisogna continuare a chiedere con determinazione a Gazprom e alle altre compagnie petrolifere di interrompere i loro piani folli. Per questo eravamo lì con l’Arctic Sunrise, per dimostrare pacificamente contro i rischi di un disastro ambientale di enormi proporzioni, per questo continuiamo a chiedere che si fermino” commenta Cristian D’Alessandro, da San Pietroburgo.
Gazprom è la prima compagnia nella storia pronta a cominciare le operazioni di estrazione in Artico. La piattaforma Prirazlomnaya, con la quale vuole intraprendere questa folle corsa all’oro nero, è obsoleta, arrugginita, e totalmente incapace di operare in condizioni di sicurezza.
“Gazprom sta mettendo in serio pericolo il fragile ecosistema polare e tutti noi. Il rischio di un disastro petrolifero nell’Artico è elevato e non esiste un adeguato piano di emergenza. L’azienda non ha nessuna esperienza di trivellazioni offshore e sta chiaramente giocando alla roulette russa. La domanda non è se ci sarà un disastro petrolifero, ma quando questo avverrà” afferma Cristiana De Lia, responsabile della campagna Save the Arctic di Greenpeace.
Non c’è alcun luogo al mondo dove i cambiamenti climatici siano più visibili che nell’Artico: oltre il 75 per cento del volume del ghiaccio è svanito negli ultimi 30 anni. Eppure Gazprom, e altre aziende come la Shell, hanno piani per trivellare a queste estreme latitudini.
“È assurdo che le compagnie petrolifere responsabili per i catastrofici cambiamenti climatici causati dal petrolio e altri combustibili fossili siano pronte a trasformare il disastro ambientale dello scioglimento dell’Arctico in un’opportunità per fare soldi” conclude De Lia.
Questa protesta è parte della campagna internazionale di Greenpeace per istituire un Santuario globale nell’Artico per proteggerlo da ogni tipo di sfruttamento industriale. L’azione è la terza di una serie di proteste contro i piani di trivellazione di Gazprom nell’Artico, iniziate lunedì durante la conferenza stampa del Real Madrid e proseguite oggi durante la partita Galatasaray-Juventus, quando i tifosi turchi hanno aiutato gli attivisti di Greenpeace ad aprire un gigantesco banner di 200 metri quadri con il messaggio “Kick Gazprom out of the Arctic”.